Sala Consilina, morte Lobascio. Giuseppe Colucci: “Il Comune si costituisca parte civile”

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La morte dolorosa e prematura della 22enne salese, Rosaria Lobascio, ha sconvolto per la sua assurdità tutto il Vallo di Diano e non solo. Attestazioni di vicinanza e solidarietà sono giunte da più parti, anche dal sindaco Francesco Cavallone e da tutta l’amministrazione comunale. Il consigliere di minoranza Giuseppe Colucci, pur apprezzando il gesto del primo cittadino, non lo ritiene sufficiente rispetto a una vicenda che colpisce insieme alla famiglia Lobascio, indirettamente, l’intera comunità civile valdianese. Il dolore della famiglia è intimo e privato ma il diritto a sapere cosa sia accaduto è di tutti. Si tratta infatti di sanità, quella locale in agonia da anni, e di diritto alla salute, affidato qui troppo spesso alla sorte. Va da sé che tutti noi che viviamo questo territorio siamo coinvolti.

Colucci allora “invita il Comune di Sala Consilina a costituirsi parte civile a sostegno della denuncia sporta dalla famiglia Lobascio per la prematura perdita della sfortunata Rosaria. Perché sfortunata? – si chiede Colucci – Perché probabilmente se l’ospedale di Polla, dove è stata ricoverata dopo le dimissioni dall’ospedale di Mercato San Severino, avesse disposto di attrezzature ed idonea organizzazione, forse ora non staremmo a parlare di questo triste caso”.

“La costituzione di parte civile da parte del Comune di Sala Consilina – afferma il consigliere Colucci – è necessaria, oltre che per sostenere un legittimo desiderio di chiarezza e di giustizia della famiglia Lobascio sull’operato delle strutture sanitarie, soprattutto per fare luce sulla situazione in cui versa la sanità del Vallo di Diano e per capire quali interventi sono necessari al fine di garantire un degno servizio sanitario ai cittadini”.

E ancora. “È necessaria, sia per allertare gli organi di competenza, in primis la Regione Campania e, senza nulla escludere, anche un’eventuale responsabilità istituzionale di quest’ultima, che deve prendere atto che il nostro territorio non è solo “area interna” enunciata nelle interviste e nei piani di sviluppo, ma è “area interna di fatto”. Bisogna – conclude Giuseppe Colucci – che la Pubblica Amministrazione pretenda dagli organi competenti un intervento adeguato e concreto, al fine di rendere la sanità del Vallo di Diano degna dei cittadini che vivono in questo territorio, altrimenti le attestazioni di solidarietà lasciano il tempo che trovano”.  

Rosa Romano

 

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