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Le misure già attive da domenica in Lombardia e in altre 14 province per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sono state estese a tutte le Regioni d’Italia da oggi, 10 marzo, al 3 aprile.
Ciò comporta un cambio delle abitudini di tutti noi. Nessuno escluso. L’Italia tutta è definita “zona di sicurezza”.
Sono vietati tutti gli spostamenti da un Comune ad un altro se non per «comprovati motivi di lavoro» o «gravi esigenze familiari o sanitarie». Chi ha necessità, per tali motivazioni, di uscire di casa deve giustificarlo con un’autocertificazionealle forze dell’ordine, nel caso in cui si venisse fermati. Il senso dell’intero decreto – come ha sottolineato il premier Giuseppe Conte si riassume nella frase: «Io resto a casa».
Quindi oltre che per motivi di lavoro o salute ci si può muovere da un Comune ad un altro solo se è necessario per andare a fare la spesa. I negozi resteranno aperti e i corrieri merci circoleranno quindi sono inutili oltre che pericolose le resse; ci si può spostare per andare a prendere i figli (in caso di separazione) o ad assistere un familiare malato.
Tra i dubbi sollevati alcuni riguardano le attività all’aperto: posso fare sport all’aperto? O portare i bambini al parco? Sì ma sono vietati gli assembramenti e anche all’aperto occorre mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di un metro almeno. L’appello è a minimizzare i contatti sociali in questo periodo.
Le farmacie sono aperte normalmente. Anche i bar e i ristorantima questi solo fino alle 18.Mentre musei, teatri, cinema, palestre, piscine, pub, discoteche sono chiusi, in tutta Italia, fino al 3 aprile. Così come le scuole e le università. Non si svolgeranno inoltre messe e altre funzioni religiose.
Anziani e persone immunodepresse o con patologie devono rimanere assolutamente a casa. Chi ha sopra 37,5 di febbre non deve uscire ma chiamare il medico e non recarsi al PS.
Violando le prescrizioni in vigore da oggi si rischia d’incorrere in una sanzione penale.
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Rosa ROMANOÂÂ