In queste ore è apparso a Teggiano un altro manifesto contro l’amministrazione comunale, questa volta a firma della minoranza consiliare “Teggiano Va Avanti” che chiede al Sindaco Rocco Cimino di “riflettere – si legge sul manifesto – sulla grave e precoce crisiamministrativa in cuiha trascinato il paese e lo invita a valutare conoggettività e senso dì responsabilità il ritiro delproprio aratro da un campo che ha dimostrato di non saper coltivare“. Secondo il gruppo Teggiano Va Avanti: “Sin dall’inizio le posizioni percepite come opposte ed antitetiche dall’opinione pubblica, – scrivono – hanno alimentato un clima di disorientamento e di sfiducia tra i cittadini fino a far degenerare il dibattito politico locale in “chiacchiere” lesive della dignità diciascuno. Una giunta a tre per ben cinque mesi– sottolineano – ha praticamente bloccato l’attività amministrativa“. La minoranza consiliare, fino ad ora rimasta fuori dalle polemiche tra maggioranza e gruppo Insieme per Teggiano, ha ritenuto ora opportuno intervenire in merito a quanto accaduto ancor più all’indomani della lettera del nuovo gruppo consiliare che ha annunciato la sua autonomia e distacco quindi dalla maggioranza. “Abbiamo tenutosemprea sottolineareche saremmo restati responsabilmente al nostro posto,a valutare con lucidità e spirito di servizio volta per volta gli atti e i fatti prodotti dalla sua amministrazione, – spiegano nel manifesto – mettendo a disposizione le nostre risorse e le nostre rispettive esperienze per le azioni virtuose e rispondentialle esigenze del Paese”. Pertanto il Gruppo Teggiano Va Avanti sollecita il Sindaco Cimino ad una riflessione sulla grave e precoce crisi amministrativa”
Di seguito il testo integrale del manifesto del gruppo Teggiano Va Avanti:
Il solco tracciato all’indomani della costituzione del gruppo “Insieme per Teggiano” in seno alla maggioranza presieduta dal Sindaco Rocco Cimino, che doveva essere ripianato con “il riequilibrio delle deleghe’, come in più occasioni ribadito dallo stesso primo cittadino, è palesemente incolmabile alla luce dei comunicati diffusi in questi giorni dai tre consiglieri Sabino,Marino e Trezza,attraverso i quali hanno ufficializzato la loro uscita dalla maggioranza consiliare.
Sin dall’inizio le posizioni percepite come opposte ed antitetiche dall’opinione pubblica,hanno alimentato un clima di disorientamento e di sfiducia tra i cittadini fino a far degenerare il dibattito politico locale in “chiacchiere” lesive della dignità di ciascuno. Una giunta a tre per ben cinque mesi ha praticamente bloccato l’attività amministrativa, salvo che approvare qualche delibera di dubbia legittimità e/o tesa a prendere provvedimenti a favore dì parenti e amici dei componenti superstiti.
Mentre il Sindaco si affannava a fare rassicurazioni ufficiali e mediatiche circa una ricomposizione della Giunta Consiliare,sempre data per imminente, ma dì fatto mai avvenuta; egli stesso e forze interne ed esterne al gruppo della mal celata non più maggioranza si mobilitavano per racimolare tra le fila della minoranza qualche unità numerica pronta a fare da “stampella”.
Le scorribande da “spigolatori in campi altrui ,avviate prima ancora della formale costituzione del gruppo “Insieme per Teggiano”,non hanno raccolto i frutti sperati in quanto, sia in queste occasioni che in quelle istituzionali, abbiamo richiamato il Sindaco a provvedete alla ricomposizione della propria Giunta con le donne e gli uomini con i quali ha condiviso il proprio programma politico e in forza del cui rispettivo peso elettorale ha vinto le elezioni del maggio 2014.
Abbiamo tenuto sempre a sottolineare che saremmo restati responsabilmente al nostro posto,a valutare con lucidità e spirito di servizio volta per volta gli atti e i fatti prodotti dalla sua amministrazione, mettendo a disposizione le nostre risorse e le nostre rispettive esperienze per le azioni virtuose e rispondenti alle esigenze del Paese, nell’esclusivo interesse dì questo.
Pertanto,il gruppo dì minoranza “Teggiano va avanti” ritiene doveroso sollecitare il Sindaco Cimino a riflettere sulla grave e precoce crisi amministrativa in cui ha trascinato il paese e lo invita a valutare con oggettività e senso dì responsabilità il ritiro del proprio aratro da un campo che ha dimostrato di non saper coltivare.