Rifiuti tunisini, provvedimenti cautelari emessi dalla DDA Potenza, coinvolti due funzionari della Regione Campania

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Maxi operazione della DDA di Potenza nell’ambito della più ampia attività di indagine avviata dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza e che riguarda il traffico illecito di rifiuti internazionale ed in particolare tra Italia e Tunisia. Una operazione che, nella mattinata di oggi, ha portato a dare esecuzione a plurimi provvedimenti cautelari emessi dalla DDA di Potenza ed effettuati nelle province di Napoli, Salerno, Potenza e Catanzaro.

I provvedimenti sono stati emessi a carico di intermediari, imprenditori, di aziende di trattamento/recupero e società di intermediazione, funzionari pubblici, operanti nel settore della gestione dei rifiuti, indiziati per i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, fittizia intestazione di beni, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva, frode nelle pubbliche forniture.L’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Potenza e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno e dalla DIA di Potenza, lo sviluppo e l’esito di una complessa attività investigativa che, sulla base del quadro indiziario raccolto ha consentito di individuare vaste operazioni di trasferimento all’estero di rifiuti in un preoccupante scenario di traffico transfrontaliero con elusione dei controlli sul ciclo dei rifiuti e conseguenti danni all’ambiente ed alla salute dell’uomo ad opera di soggetti italiani. Questi ultimi avrebbero agito con la complicità di intermediari anche stranieri, organizzando il trasferimento all’estero di rifiuti (che peraltro sulla base della normativa vigente, anche di carattere internazionale, non potevano essere esportati) verso soggetti del tutto privi della capacità di trattarli, recuperarli e smaltirli regolarmente e, dunque, verosimilmente, ad essere incendiati (come pure avvenuto) o illecitamente abbandonati/interrati in Africa, contribuendo così ad implementare il fenomeno dell’incontrollato smaltimento, nel continente africano, di rifiuti provenienti dai paesi industrializzati.

A dare il via alle indagini la vicenda di alcuni anni fa che ha visto coinvolta anche un’azienda di trattamento rifiuti del Vallo di Diano ossia la SRA ubicata presso l’area industriale di Polla, per la gestione complessiva di 120 mila tonnellate di rifiuti da parte di una società tunisina la SOREPLAST. Il contratto, della durata di 1 anno prevedeva dunque la gestione dei rifiuti prodotti presso l’impianto di Polla da parte dell’azienda tunisina con sede a Sousse.

Le indagini hanno consentito di svelare un complesso sistema attraverso cui è stato organizzato un ingente traffico illecito di rifiuti, reso possibile, tra l’altro, dalla concessione di due autorizzazioni rilasciate dall’UOD di Salerno della Regione Campania (rilasci in relazione ai quali sono indagati due funzionari regionali) in esito ad una carente istruttoria documentale formata da documenti e autorizzazioni falsi. Sono state quattro le spedizioni effettuate nell’arco temporale dal 14 maggio al 16 luglio 2020, circa 282 containers sotto la lente di ingrandimento degli investigatori (tra maggio e luglio 2020) con partenza da Polla, via porto commerciale di Salerno e, in seguito, rispediti in Italia, per un totale di circa 7.891 tonnellate di rifiuti, nr. 70 dei quali giunti presso l’impianto tunisino della SOREPLAST S.u.a.r.l., poi interessato da un incendio doloso che ha mandato in fumo buona parte dei rifiuti in esso stipati, e i rimanenti bloccati al porto tunisino di Sousse. L’operazione ha reso necessario l’impiego di circa 80 unità tra Carabinieri del Reparto speciale dell’Arma e personale della Direzione Investigativa Antimafia, nelle diverse province del meridione.

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