Vulcanica PFM al Palapartenope: tre ore di spettacolo all’insegna di rock e poesia

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La precedente esibizione campana della “Premiata” era fissata all’Arena dei templi di Paestum al 5 agosto scorso; tale data, per impegni di registrazione in studio, fu poi rimandata al 21 agosto, ma anche tale data “saltò”, visto che i musicisti restarono bloccati in Sicilia per un incendio allo scalo aereo di Palermo e l’appuntamento fu ulteriormente rinviato al 22 agosto. A tali inconvenienti verso la fine del concerto “pestano”, immediatamente dopo il primo “bis”, si aggiunse un temporaneo malore di Franz Di Cioccio che costrinse il simpatico “drumer” a ricorrere al cautelare ricovero ospedaliero con conseguente stop allo spettacolo. I fans “campani” della Premiata hanno, quindi, atteso con ansia l’ulteriore performance partenopea della PFM, in cartellone al Palapartenope di Napoli il 14 dicembre, certi di un concerto eccellente, scevro delle disavventure estive. Il pubblico della PFM, come sempre, è attento, composto e variegato e riempie subito tutti i 2000 posti disponibili del Palapartenope. Fa tenerezza all’ingresso un papà che accompagna allo spettacolo il figlio 12enne, rassicurandolo circa la bontà del concerto : “vedrai che ti piaceranno; probabilmente sei lo spettatore più giovane del pubblico”. Inizia lo show e la PFM non disattende la sete di musica e, proprio come un vulcano attivo che vuole sprigionare tanta potenza sopita, ha iniziato a far sentire il magico brontolio sonoro degli strumenti, dando via alla prima parte dello spettacolo dedicato ai brani di Fabrizio De Andrè. Il crescendo sonoro si è snocciolato lungo le interpretazioni, che a suo tempo, grazie al tandem PFM-DE ANDRE’, sdoganarono un De Andrè musicista oltre che eccellente poeta; dopo l’iniziale “Bocca di rosa”, il delicato e intenso rosario di brani si è impreziosito con “la Guerra di Piero”, “un giudice”, “Andrea”, “Giugno 73”, passando per la “Buona Novella ” con “Universo e terra”, “L’infanzia di Maria”, “Il sogno di Maria”, “Maria nella bottega d’un falegname”, “Il testamento di Tito”, per poi approdare alla gallurese “Zirichiltaggia” e a “Volta la carta” che, talmente travolgente, porta sotto il palco il pubblico osannante sceso dagli spalti. La dolcezza di “La canzone di Marinella”è una pausa morbida e poetica, ma il vulcano PFM, grazie alle dita feline di Mussida che accarezza e graffia le corde della bianca Ghibson, nel finale di “Amico fragile” erutta con potenza, su un pubblico in visibilio, tutta la bollente lava musicale che fa pensare che sul palco ci siano Sekhmet, Efesto e Belisma. Un’interminabile standig ovation segna la fine della prima parte e introduce l’Antologia PFM. “La luna nuova” (brano che sancì l’ingresso di Djivas nella formazione) e poi un regalo di Natale che la PFM ha voluto fare al pubblico: “Romeo e Giulietta” tratto dal nuovo album “in Classic”. A queste, seguono vorticose “Maestro della Voce”, ” La carrozza di Hans” e poi di nuovo De Andrè con “Il pescatore”, brano le cui sonorità hanno ormai preso l’imprinting della PFM. Il pubblico, entusiasta, si riaccalca di nuovo ai piedi del palco per chiedere ancora qualche brano e l’elettrico Di Cioccio risponde scherzosamente, “siamo qui per giocare e per suonare; in inglese TO PLAY ha questo duplice significato” e preannuncia ” ora è la volta di un brano che è un po’ fuori stagione… Impressioni di ….dicembre “. Chiude la serata “E’ festa” in versione “ce-le-bration” in cui il dialogo con i fans, la musica e l’ironia del giullare Franz Di Cioccio sono un tutt’uno. Dopo quasi 3 ore di musica eccellente il vulcano si spegne; il pubblico va via soddisfatto, sperando che si realizzi la promessa di Franz Di Cioccio di voler portare al San Carlo di Napoli, la PFM e l’Orchestra con i brani del nuovo disco. Franz, Patrick e Franco, i tre moschettieri del rock, insieme ai musicisti che li hanno supportati, hanno dimostrato ancor una volta la loro genialità musicale intrisa di professionalità che confluisce nella sintesi del loro spettacolo: “un abbraccio tra rock e poesia”.
Quintino Di Vona

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