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Limitare l’utilizzo dei buoni lavoro solo ai lavori occasionali delle famiglie, ad esempio baby sitter, giardiniere, pulizie domestiche, di fatti stringendo il campo di applicazione dei voucher, utilizzati secondo i sindaci in modo spropositato a partire dal governo Monti e dal governo Renzi. Questa nuova vita dei voucher è l’ipotesi di riforma del governo per cercare di disinnescare il referendum promosso dalla CGIL il cui quesito è stato dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale lo scorso gennaio. Un decreto legge al quale sta lavorando la commissione lavoro della Camera e che a breve potrebbe concretizzarsi. Oltre alle famiglie potranno utilizzare i voucher le aziende al massimo con un dipendente. Ora si valutano i numeri e si cerca anche un compromesso con i sindacati per evitare il referendum che dovrà portare i cittadini alle urne non oltre il mese di giugno. Un compromesso che dovrebbe portare ad allentare i vincoli del lavoro a chiamata per i lavoratori di età compresa dai 25 e 50 anni. Siamo ancora in una fase embrionale dove delle 8 proposte in commissione se ne dovrà armonizzare una che ottenga il consenso delle parti politiche. Ovvio che limitare l’utilizzo dei voucher rappresenta una svolta in tema di lavoro. Probabilmente, anche sulla spinta della Corte Costituzionale, anche il governo ha preso coscienza che c’è stato negli anni un uso spropositato e in alcuni casi un abuso di uno strumento, il voucher. Basti pensare che secondo l’ultimo rapporto del Servizio Politiche del Lavoro della Uil nel 2016 sono oltre 140milione di voucher utilizzati nel 2016.