Nel Golfo di Policastro continuano a verificarsi strani episodi che vedono sempre oggetto di cronaca auto parcheggiate. In particolare, dopo i diversi episodi che si sono verificati,diverse settimane fa tra Sapri e Villammare, nella notte, le fiamme hanno nuovamente interessato vetture che si trovavano parcheggiate nell’area riservata dietro la Chiesa di Maria SS di Portosalvo nella località balneare di Villammare. Pare infatti che, nella notte un’auto, una Ford EcoSport, sia stata completamente distrutta dalle fiamme che si sono sprigionate dall’auto appartenente ad una donna che si occupa della cura di un anziano di Villammare nella notte.
Un caso, però, che questa volta suscita non pochi dubbi dato che l’auto incendiata appartiene alla stessa persone proprietaria di un altro veicolo andato a fuoco lo scorso gennaio sempre a Villammare. A distanza di meno di tre mesi, dunque, la donna ha dovuto fare i conti con le proprie auto in fiamme di notte mentre era a lavoro. Nel primo caso, ossia nella notte tra il 18 e 19 gennaio scorso, a prendere fuoco fu una Matiz che, avvolta dalle fiamme, fu completamente distrutta. Per l’episodio del gennaio scorsi, all’esito delle verifiche, fu accertato che, a provocare l’incendio fu un corto circuito. Ora, dopo poche settimane, l’auto di proprietà della stessa donna è stata nuovamente avvolta dalle fiamme. l’episodio si è verificato intorno alle ore 3 di notte e, sul posto, sono prontamente intervenuti i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Policastro Bussentino, chiamati a domare le fiamme.
Immediato anche l’intervento dei Carabinieri della Locale Stazione che, guidati dal Comandante Francesco Barile, hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire quanto accaduto e per cercare di capire se, questo secondo incendio sia di origine dolosa oppure se sia solo un caso che due auto appartenenti alla stessa donna siano andate distrutte da un incendio nel giro di poche settimane. Le indagini sono dunque in corso per cercare di ricostruire quanto accaduto e quale sia la matrice dell’incendio. Indagini rese complicate dall’assenza di telecamere di videosorveglianza nella zona