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Mariano accusato dell’omicidio di Giuseppe Novellino il 71enne di Vibonati ma residente a Torino che nell’agosto del 2012 era stato trovato morto in un terreno in località Gallari di Vibonati. La morte dell’uomo era avvenuta a seguito di un colpo alla testa che, come dichiarato dallo stesso Mariano, era stato inflitto con una pietra e il corpo del Novellino era stato poi gettato in una scarpata dove è stato poi rinvenuto dai carabinieri della Compagnia di Sapri. A provocare il gesto era stata l’ennesima lite tra i due uomini sfociata per questioni di confini. Antonio Mariano, contadino di Vibonati, considerato uomo mite e tranquillo, dopo alcune ore dal ritrovamento del corpo di Giuseppe Novellino, aveva confessato di aver colpito duramente l’uomo con una pietra e che spaventato aveva poi deciso di occultare il suo corpo. Il processo per omicidio a carico di Mariano si era svolto presso il Tribunale di Sala Consilina con rito abbreviato, nel corso del quale la difesa aveva sempre sottolineato una grave provocazione che l’imputato aveva subita da parte del pensionato 71enne Giuseppe Novellino. Antonio Mariano è stato condannato in primo grado a 15 anni di reclusione. Pena confermata poi in appello. Lo scorso 10 maggio si è svolta l’udienza presso la Corte di Cassazione. L’avvocato Maldonato annuncia che i giudici della 1^ sezione penale della Corte Suprema di cassazione con Presidente Maria Cristina SIOTTO e Consigliere Relatore Gaetano DI GIURO ha annullato la sentenza della Corte D’Assise di Potenza con la quale erano stati inflitti anni 15 di reclusione a Antonio Mariano per l’omicidio di Giuseppe Novellino. Le motivazione della decisione ancora non sono state rese note. L’avvocato Madonado, difensore di Mariano, però ha evidenziato che il procuratore generale aveva chiesto che venisse accolto il ricorso della difesa contro l’aggravante riconosciuta al Mariano secondo cui aveva agito con crudeltà nell’esecuzione del delitto.