Vallo di Diano, no alla DAD: studenti contrari alla decisione

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Preoccupa il Covid ma preoccupano molto anche gli effetti dell’emergenza epidemiologica sui diversi settori della vita sociale ed economica del Paese. Si parla molto delle difficoltà che i tanti operatori dei settori della ristorazione e attività sportive ma la scuola con il suo ruolo formativo ed educativo di bambini e ragazzi non è da meno. La chiusura delle scuole, prorogata al 14 novembre con lo stop anche per le scuole d’infanzia, impone una seria riflessione anche sulle ripercussione che tale decisione può avere sulla formazione e l’educazione dei giovani che frequentano le scuole superiori. Sono stati proprio i ragazzi dell’Unione degli Studenti del Vallo di Diano a sollevare la problematica.

Nei giorni scorsi,  con una protesta pacifica e simbolica, tramite facebook sono state pubblicate foto dei ragazzi con cartelloni di protesta e sono stati apposti davanti ai cancelli delle scuole superiori di Sala Consilina ossia: il Liceo Classico Cicerone; l’ITIS Gatta e il De Petrinis, lenzuola bianche in cui veniva evidenziato come, la chiusura delle scuole e la Didattica a Distanza dimostrano come non tutto è andato bene e che non tutto può ancora andar bene. Dirigenti scolastica, docenti, personale ATA e quanto operano all’interno delle scuole, avevano faticato non poco per riuscire a mettere in sicurezza le scuola e consentire a tutti gli alunni di poter tornare nelle aule e seguire le lezioni in presenza. Banchi distanziati; lastre di plexiglass; ingressi ed uscite separate; mascherine; termoscanner; igienizzanti mani.

Tutto insomma era stato preparato per un inizio della scuola che potesse garantire agli studenti anche delle scuole superiori il rientro in classe in sicurezza. Tutto vanificato dall’ordinanza di metà ottobre che ha chiuso le scuole. Tra i primi ad essere stati penalizzati, proprio gli studenti delle superiori a cui è stato chiesto di tornare alla DAD dopo appena 20 giorni di lezioni in classe. Eppure, il numero dei casi di covid tra gli studenti delle superiori è irrilevante o addirittura nullo, ma, ad essere costretti a stare a casa sono proprio gli alunni delle superiori. I ragazzi dell’Unione degli Studenti del Vallo di Diano chiedono di essere ascoltati da Regione e Governo e sottolineano come, il problema ed i rischi contagio, non sono nella scuola ma nei trasporti evidenziando quindi l’ingiustizia che, a pagare per le problematiche legate ai trasporti, siano proprio gli studenti. La Didattica a Distanza non piace.

Dalla scuola infatti evidenziano come non tutti i ragazzi possono usufruire di una connessione ultraveloce e di pc tecnologicamente avanzati per poter seguire le lezioni in maniera omogenea. Senza considerare le difficoltà a poter mantenere l’attenzione alta dietro ad uno schermo per ore ed ore. Inoltre diverse materie sono difficili da poter studiare a distanza come il disegno oppure come la matematica. Una serie di problematiche di cui non si tiene conto nelle decisioni di chiusura delle scuole e su cui i ragazzi chiedono di essere ascoltati

Anna Maria CAVA

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