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Mentre il dibattito sul possibile futuro sviluppo socio-economico del Vallo di Diano resta tuttora aperto, incerto e utopistico, tra crisi dilagante e servizi sottratti ai cittadini, c’è chi invece ha una idea ben precisa di quello che il territorio valdianese deve diventare nei prossimi anni, e lavora alacremente per conseguire i propri obiettivi . E’ il caso delle multinazionali che hanno messo gli occhi sul Vallo di Diano considerato evidentemente terreno di facile conquista, sia per le nuove richieste di sondaggi petroliferi, sia per la progettazione e realizzazione di centrali elettriche ed elettrodotti. In particolare da mesi si combatte a Montesano la battaglia contro la stazione elettrica di Terna, ma quello che forse non tutti sanno è che la centrale di località Tempa San Pietro, nella Frazione di Scalo, è solo un tassello di un progetto molto più ampio. Nei programmi di Terna dalla Stazione Elettrica di Montesano, parte sud del Vallo di Diano, partirà l’elettrodotto ad altissima tensione da 380 kilovolt che collegherà l’impianto all’altra centrale che Terna vuole costruire nella parte nord del Vallo e precisamente a Polla. Insomma due centrali elettriche a nord e a sud del Vallo ed in mezzo l’elettrodotto ad altissima tensione… una prospettiva di certo inquietante per i cittadini di questo territorio ma che trova conferma nelle parole pronunciate la scorsa settimana a Montesano dall’Ingegnere Carmine Palladino, dell’Ufficio Tecnico del Comune di Polla. In occasione dell’incontro pubblico con il professor Caligiuri, invitato a Montesano dal comitato “Nessun Dorma”, Palladino ha preso la parola spiegando in modo semplice e chiaro le dinamiche e le modalità utilizzate da Terna per “conquistare” il Vallo di Diano, che nascono da una specifica esigenza: la realizzazione un reticolo di strutture al altissima tensione per la distribuzione di energia elettrica a livello internazionale. Insomma si va verso una globalizzazione anche per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica, e questo spiega perché gli impianti non sono più progettati e dimensionati in relazione al fabbisogno del territorio sul quale insistono: una centrale elettrica, un parco eolico o un impianto a biomassa che produce energia a Montesano, potrebbe teoricamente produrla anche per la distribuzione internazionale. Di qui la necessità dell’utilizzo di impianti ad altissima tensione ed intensità. Tutto ciò a vantaggio delle multinazionali ed in nome della globalizzazione, ma i progetti vengono fatti –nel caso di Terna- sulla carta e senza alcuna conoscenza dei territori che si vanno a “conquistare”. Il metodo utilizzato a Montesano e Polla è lo stesso: Terna introduce le centrali sul territorio attraverso l’escamotage dei progetti di Parchi Eolici, che spesso trovano il consenso dei comuni, almeno in una prima fase, perché visti come una fonte pulita di energia alternativa ed anche come fonte di introiti per le disastrate casse comunali. Poi i parchi eolici magari “spariscono”, ma le centrali restano ed anzi raddoppiano le dimensioni e la tensione. E’ accaduto con il progetto originale del Parco Eolico di Casalbuono, non realizzato ma che poi ha lasciato in eredità –non si sa bene come- la centrale di Montesano Scalo. Ed accadrà probabilmente a Polla, come confermato dall’ingegnere Palladino. “Una centrale si farà anche a Polla – ha detto non senza amarezza Palladino a Montesano- e tutto quello che possiamo fare è lottare per ottenere una delocalizzazione, se ci riusciremo”. L’ingegnere dell’ufficio tecnico ha mostrato come la comunicazione del progetto della centrale elettrica di Polla è stata ufficializzata al comune: atraverso uno stralcio dal progetto del Parco Eolico –sul quale tra l’altro la regione ha dato parere negativo per la Valutazione di Impatto ambientale- dove su un foglio formato A3 viene indicativamente segnalata la Centrale. Insomma una comune fotocopia, dove in 4 righe viene sommariamente descritta la centrale semplicemente con le sue caratteristiche geometriche e nient’altro. In un’altra tavola ed in un altro stralcio fotocopiato viene ripreso lo stesso “trafiletto” che alla fine, in un ultimo mezzo rigo, recita: “La futura stazione elettrica RTL, a 220/150 Kilovolt, da ubicare nel comune di Polla e da inserire sulla linea dell’elettrodotto Rotonda- Tusciano. Le ultime 7 parole sono però le più significative: “La quale sarà declassata come linea a 380 Kilovolt”. Nel caso di Polla, ed a differenza di Montesano, convocati dalla Regione per la conferenza dei servizi relativa alla centrale elettrica, l’ex sindaco Massimo Loviso e lo stesso ingegnere Palladino hanno espresso parere negativo. “Ma loro ci hanno risposto –ha concluso Palladino a Montesano- che il comune di Polla aveva già dato parere positivo con il progetto presentato per il parco Eolico”. Insomma Terna ha già disegnato il futuro del Vallo di Diano, e l’unica contromisura secondo Palladino è quella da parte dei comuni valdianesi di individuare autonomamente “percorsi” da imporre, i meno impattanti possibili sulla popolazione e sull’ambiente. Ma forse è già troppo tardi.
Antonio Sica