Cancello chiuso e l’ambulanza non riesce a raggiungere l’elisoccorso per il trasferimento di un paziente colpito da ictus emorragico e si scatena l’ira della Nursind che chiede sia fatta chiarezza. Nei giorni scorsi a Vallo della Lucania, a causa della mancata consegna delle chiavi di un nuovo lucchetto al personale del Pronto Soccorso del San Luca, un 50enne colpito da ictus è rimasto circa 20 minuti in ambulanza prima di poter raggiungere l’elicottero per il trasferimento al Ruggi d’Aragona di Salerno.
Un fatto grave che ha spinto la Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche, a chiedere chiarimenti sull’accaduto. Dal Nosocomio vallese, secondo quanto si appredne, erano stati allertati immediatamente i mezzi di soccorso che, a loro volta, sarebbero giunti sui posti stabiliti in tempi celeri con l’elisoccorso che era in attesa del paziente sull’aviopista di Loc. Fiera e l’ambulanza che, però, nonostante avesse raggiunto l’aviosuperfice non poteva accedere per affidare il paziente ai sanitari dell’eliambulanza avendo trovato il cancello dell’aviosuperfice chiuso.
Pare infatti che, il lucchetto del cancello, fosse stato sostituito e le nuove chiavi non erano state consegnate ai sanitari dell’ambulanza che hanno dovuto attendere, pare l’arrivo di un addetto alla raccolta rifiuti per poter accedere all’area e raggiungere l’elisoccorso. Una situazione che ha provocato non poche polemiche visti anche i rischi corsi dal paziente già in condizioni gravi. Da qui la nota del sindacato delle professioni infermieristiche con il segretario territoriale Biagio Tomasco che chiede sia fatta chiarezza sull’accaduto, in particolare a tutela dei pazienti che necessitano del servizio oltre che nell’interesse delle comunità. “Chi ha provveduto a cambiare la chiave del cancello dell’elisuperficie e perché? – si chiedono dalla Nursind – Perché non sono stati avvisati il Pronto soccorso di Vallo della Lucania, la Centrale operativa territoriale del 118 ed i responsabili dei servizi di Emergenza urgenza, realizzando le basi per l’interruzione di pubblico servizio, oltre che salva vita? Qualcuno ha preso in considerazione il potenziale rischio per il paziente che in tal modo ha ritardato l’accesso alle cure tempo dipendenti?”.
Questi gli interrogativi che si pongono dal sindacato e per il quale chiedono risposte. “Non lo si deve al nostro sindacato, – sottolinea in conclusione il segretario territoriale – ma alla comunità salernitana e, in particolare, a quella che risiede a sud della provincia”.