Unisa nell’èlite accademica mondiale secondo The Times

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“Dirompente, dinamica e distintiva” è l’Università di Salerno secondo TheTimes. L’Ateneo salernitano scala la classifica di 2 posizioni rispetto al 2017 e si attesta al 69esimo posto tra le 250 migliori giovani università al mondo stando alla graduatoria di “The Times Higher Education”. Prima in assoluto del centro-sud Italia tra i soli undici atenei italiani entrati in classifica e quarta a pari merito con Milano-Bicocca, preceduta dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dal San Raffaele di Milano e dalla Libera Università di Bolzano. Dei 5 macro-indicatori che compongono la classifica – riporta IlMattino –  sono ancora una volta le citazioni scientifiche a fare da traino per le performance salernitane. Altro dato in forte aumento è l’attrattività internazionale. Un trend positivo che contraddistingue anche tutti gli altri parametri, dalla didattica alla ricerca. Più lieve la crescita del finanziamento dell’industria da trasferimento tecnologico, sebbene confermi un altro primato di Salerno, che in questo indice supera tutti gli atenei italiani in graduatoria. Molto soddisfatto il rettore Aurelio Tommasetti: “Il nostro Ateneo è quarto in Italia e prima università pubblica generalista, perché gli Atenei che ci precedono sono privati o specialistici. Questi risultati ci inorgogliscono e ci motivano fortemente, confermando la bontà delle scelte finora fatte sul piano strategico, ma anche la positiva vivacità che deriva dal lavoro di squadra profuso dalla nostra comunità: studenti, docenti, ricercatori, personale tecnico. L’internazionalizzazione è la vera sfida per il sistema università. Il lavoro che stiamo portando avanti sul fronte internazionale, in termini di nuovi accordi, nuovi programmai di mobilità, nuovi scambi interculturali e percorsi di laurea a doppio titolo, è un programma ben preciso, frutto di un impegno continuo che serve non solo a far crescere la qualità del nostro Ateneo, a migliorare la sua reputazione all’estero, ma soprattutto a disegnare concrete e nuove prospettive occupazionali per i nostri giovani”.

Rosa Romano

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