Anche il Vallo di Diano presente alla Borsa Internazionale del Turismo delle Radici che si è svolto nei giorni scorsi a Matera. Un appuntamento che ha consentito di mettere in risalto la nuova forma di turismo che vede il Vallo di Diano particolarmente coinvolto anche in considerazione dei tantissimi migranti che hanno lasciato la loro terra natia per trasferirsi altrove sia all’estero ma anche nel nord Italia.
Le migrazione della popolazione locale, verso altre terre in cerca di lavoro e maggiore fortuna, rappresentano un fenomeno che si è costantemente registrato nei secoli a partire dagli anni successivi all’Unità d’Italia, proseguendo nell’immediato dopoguerra senza mai arrestarsi del tutto. Oggi, però, si registra anche una grande voglia di ritorno alle origini, tanto da aver spinto il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale a indicare il prossimo anno 2024 come l’Anno delle Radici Italiane.
Un anno dunque che, grazie ad iniziative varie che potranno essere organizzate, consentiranno un aumento del turismo di ritorno e di conoscenza delle proprie radici. Il valore del progetto anche dal punto di vista dello sviluppo del settore turistico è stato illustrato in modo particolareggiato e con numerosi interventi, nel corso della ROOTS-in Roots Tourism International Exchange a Matera, ossia la borsa internazionale del turismo delle Radici a cui ha preso parte anche la Comunità Montana Vallo di Diano per promuovere gli antichi borghi del comprensorio.
Protagonista assoluto con la sua esperienza lavorativa Michele Cartusciello che gestisce il museo del Cognome di Padula e che, nel corso di uno dei convegni organizzati a margine dell’evento fieristico, ha illustrato la sua attività parlando anche del valore che oggi assume il ritorno alle proprie origini e la conoscenza della vita dei propri avi. Cartusciello, infatti, ha messo in evidenza come, sono molte le persone straniere che si rivolgono a lui per conoscere i paesi d’origine dei loro antenati ed anche per conoscere parenti di cui, magari, avevano poca conoscenza riallacciando così dei legami importanti.
Non sono però mancate le note critiche rispetto all’iniziativa proprio da parte del responsabile del Museo del Cognome di Padula che ha rilanciato come, in molti casi, il turismo delle radici, consente di portare visitatori sui territorio solo per il tempo necessario a conoscere i vicoli e i dettagli dei paesi che hanno fatto parte della vita dei propri antenati. Tale tipo di turismo, va al di là delle bellezze dei centri e dei beni culturali presenti ma, allo stesso tempo, si riduce a poche visite e che, spesse volte, pur portando economia sui territori nella prima visita, non assicura un ulteriore ritorno economico in caso di nuovo viaggio nei piccoli centri d’origine