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“Non sarà un divieto di sosta a compiere il miracolo di salvare il palazzo di Giustizia di Sala Consilina”. E’ questa l’opinione del responsabile della redazione salernitana de “Il Mattino” Gianni Molinari, che alla vicenda del Foro di Giustizia del Vallo di Diano e in generale alla decadenza dei servizi nel territorio all’estremo sud della provincia di Salerno dedica un editoriale nell’edizione odierna. “Il Ministro Cancellieri è stato irremovibile –scrive Molinari- nè realisticamente si sarebbe potuto pensare a un dietrofront del governo all’ultimo minuto, dopo che una decina di giorni fa un intervento per un gruppo di tribunali era già stato fatto, e a leggere con maggiore attenzione, quel fatto implicava necessariamente un accordo politico generale”. Molinari conferma che l’intera vicenda è stata gestita sin dal primo momento con errori di valutazione, superficialità e qualche tentata furbata, che poi si è ritorta contro. “Avere cercato le divisioni piuttosto che le alleanze è stato un grave errore –continua il responsabile de Il Mattino Salerno- peraltro, come testimoniano i fatti di questi giorni, nemmeno compreso”. E’ evidente secondo Molinari che il Vallo di Diano, così come anche altre aree periferiche della provincia, è lasciato a se stesso: basta percorrerne le strade per fare la conta dei ruderi (il vecchio stabilimento della Cirio, il centro sportivo meridionale mai finito, per esempio) che rappresentano altrettanti fallimenti di iniziative pubbliche e private, nate spesso da progetti velleitari. “Ma è anche il catalogo delle occasioni perse –continua- per i troppi “no” detti con sicumera e facilità sulla base di posizioni di principio, più che di argomentazioni reali. Tutto questo mentre sono stati abbandonati, quasi fossero un fastidio, i punti di forza veri del territorio a cominciare dallo stato di degrado nel quale versa la Certosa di Padula, monumento che il mondo ci invidia (tra l’altro è un sito dell’Unesco), che avrebbe potuto essere un grandissimo motore di sviluppo e ricchezza per tutta l’area. O di quanto sia negativo che per raggiungere il meraviglioso battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte si debba seguire il cartello Trote vive”. Secondo Molinari anche la tipicità dei prodotti agroalimentari è stata trattata come fenomeno folkloristico piuttosto che potente volano di sviluppo endogeno. Il tutto tra i progetti rivelatisi aleatori della Grande Lucania e del Principato d’Arechi, e con una difficoltà permanente di ruolo e rapporti politici all’interno della provincia e con il capoluogo di regione. “Tant’è –scrive Molinari- che il Vallo non ha espresso nemmeno un parlamentare”. In ogni caso anche secondo Molinari nel depauperamento del territorio lo Stato ci ha messo del suo, perché di fronte al disastro del debito ha percorso la strada a senso unico dei tagli piuttosto che cogliere l’occasione di rimodellare la sua organizzazione. “Non si possono chiudere tribunali, presidi sanitari, scuole ed uffici postali –conclude- senza capire che si condannano territori alla marginalità”.