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Le tante contraddizioni e criticità generate dalla chiusura del Tribunale di Sala Consilina e del suo accorpamento con quello di Lagonegro sono state al centro dell’audizione svoltasi ieri pomeriggio a Roma presso la Commissione di Verifica Ministeriale incaricata di monitorare le disfunzioni legate alla legge di Riforma della Geografia Giudiziaria. Un’ora e mezza la durata dell’incontro, che ha visto presenti da un lato tutti i componenti della Commissione presieduta dalla Dottoressa Palma Guarnier, e dall’altra una delegazione proveniente dal Vallo di Diano, nella quale erano stati accreditati il primo cittadino di Sala Consilina Gaetano Ferrari, l’avvocato Angelo Paladino , l’avvocato Gherardo Cappelli, delegato dal presidente dell’Ordine degli Avvocati di Sala Consilina Michele Marcone, e Pietro Pernetti, segretario provinciale UST CISL Salerno. La commissione ha ascoltato con attenzione le istanze dei rappresentanti valdianesi, che in parte erano state già evidenziate in un corposo dossier di 14 pagine inviato al Ministero della Giustizia lo scorso12 novembre e contenente molte delle criticità della struttura accorpante del Foro di Giustizia Lucano. Altri documenti sono stati portati all’attenzione della commissione ieri pomeriggio, che di certo non è rimasta insensibile alle argomentazioni prodotte. Insomma difficile negare l’evidenza e le conseguenze della chiusura del Tribunale di Sala Consilina e del suo accorpamento a Lagonegro si traducono in tante, diverse e gravi problematiche: a partire da quelle legate alla sicurezza degli edifici delle sedi del Tribunale di Lagonegro, passando per il notevole allungamento dei tempi dei procedimenti dovuti al rinvio delle udienze, senza dimenticare l’incremento dei costi del sistema giustizia e le continue disfunzioni organizzative. Tutti problemi di non facile ed immediata soluzione, considerato che a pieno organico il Tribunale lagonegrese dovrebbe accogliere 19 Magistrati, 63 dipendenti e 1040 avvocati, in uno spazio palesemente insufficiente, e con un carico di lavoro che vede una netta prevalenza di affari giudiziari relativi proprio al Vallo di Diano. L’impressione ricavata dai delegati valdianesi presenti a Roma è che i membri della commissione abbiano dopo l’incontro di ieri ben chiare tutte le contraddizioni derivanti dall’accorpamento Lagonegro- Sala Consilina ed anche gli errori commessi, ma il problema resta quello di darvi soluzione.
Due le ipotesi proposte ieri: il mantenimento dell’accorpamento Sala- Lagonegro ma con le sedi del Tribunale e della Procura trasferite nel Vallo di Diano, o il ritorno del Tribunale di Sala Consilina nella Corte d’Appello di Salerno ed il suo mantenimento con estensione della sua competenza ad alcuni comuni che ora fanno capo alla sezione distaccata di Eboli, per alleggerire il carico di lavoro del Tribunale di Salerno a rischio paralisi. Ipotesi che però devono essere valutate ed eventualmente accolte dal Ministro Cancellieri, ed in questo di certo non aiuta il parere licenziato martedì dalla Commissione Giustizia della Camera sul decreto correttivo della riforma della geografia giudiziaria, che è stato definito “pilatesco”: il testo licenziato, diverso da quello già approvato all’unanimità da tutte le forze politiche in Commissione Giustizia del Senato, indica in modo generico e generalista tutta una serie di auspici da sottoporre al Ministro Cancellieri, privi tuttavia di reali possibilità di sbloccare la situazione. Insomma un passo indietro quando sarebbe stato necessario ed opportuno da parte delle commissioni di Camera e Senato licenziare lo stesso identico testo per dare un chiaro indirizzo al Ministro della giustizia, e che dimostra ancora una volta l’inconsistenza della politica sulla vicenda della riforma della Geografia Giudiziaria. Ora non resta che attendere il prossimo 30 dicembre, data entro la quale la Commissione di Verifica dovrà formulare le sue conclusioni al Ministro della Giustizia, che a sua volta dovrebbe varare i primi decreti correttivi.