Teggiano. Presentato sabato “I Parlamenti di Diano” di Didier e Carrano

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Uno spaccato sulla vita sociale e sulle risorse economiche di Diano, oggi Teggiano, alla fine del Cinquecento che fu un periodo di grande crisi economica e che preludeva alla crisi epocale dell’Italia Meridionale del Seicento. E’ questo ciò che offre “I Parlamenti di Diano”, il libro scritto a quattro mani da Arturo Didier e Paolo Carrano e che ha come fonte preziosa un manoscritto dell’Archivio Carrano di Teggiano. Il libro è un repertorio documentario che comprende 115 regesti relativi a 14 anni di cronaca parlamentare dianese (1582-1596), presenta una fitta serie di documenti ufficiali scritto in latino e in volgare provenienti da cancellerie regie, papali e feudali. Il libro è stato presentato sabato scorso a Teggiano presso  la Sala Conferenze del Seminario. Oltre agli autori del libro, erano presenti all’evento, moderato dal giornalista Rocco Colombo, Michele Di Candia, Sindaco di Teggiano, Mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Giulia Giannini, editrice, Umberto Ferrari di Pantane, già componente del Centro Studi Antonio Genovesi dell’Università di Salerno, e Michele Albanese, Direttore Generale della Banca Monte Pruno. “La pubblicazione di questo volume- spiega il direttore generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese – rappresenta per noi la continuità della nostra azione a favore del territorio. Grazie al ricco archivio della famiglia Carrano, che conserva atti unici nel suo genere, abbiamo al possibilità di conoscere una parte importante delle radici su cui si fonda la storia del territorio. Da sempre, – continua Albanese – come Banca Monte Pruno, puntiamo sulla crescita culturale finalizzata anche ad uno sviluppo economico e, per crescere culturalmente, è importante anche conoscere da dove veniamo per meglio capire dove possiamo e volgiamo arrivare. Grazie a documenti storici, come quelli raccolti nel volume I Parlamenti di Diano, siamo in grado di conoscere l’importante storia di cui siamo custodi. Una storia che deve essere divulgata soprattutto alle giovani generazioni perché siano orgogliosi della loro terra. Noi – conclude Michele Albanese – come adulti abbiamo il dovere di tramandare il valore storico e l’identità di un territorio, i giovani il dovere di attingere dalla storia le risorse per costruire il futuro”

 

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