Teggiano il 26 e 27 settembre le celebrazioni in onore di San Cono per ricordare la traslazione delle ossa da Padula a Teggiano

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La storia, la tradizione ma soprattutto la devozione verso il Santo Patrono di Teggiano e della Diocesi si ripete con i riti religiosi che caratterizzano la festività di San Cono di Settembre, quando, protagonista delle celebrazioni, è la Sacra Effige di San Cono Dormiente. Particolarmente intensa e significativa il rito della processione della sera del 26 settembre che, dunque, apre alle celebrazioni e ai festeggiamenti in onore dell’amato Santo,  che ha vissuto pochi anni a cavallo l’11esimo il 12esimo secolo.

I festeggiamenti in onore di San Cono nel mese di settembre, sono stati istituiti con il fine di celebrare una data importante per i cittadini di Teggiano ossia, l’arrivo in città dei resti del giovane Santo deceduto presso l’abbazia di Cadossa all’epoca ricadente nel territorio di Padula, dove San Cono si era ritirato in tenerissima età per dedicarsi alla vita monastica.

La storia vuole che, la Santità e la Sacralità dei resti del giovane Santo, fossero contesi all’epoca tra le comunità di Padula, dove era deceduto e quella di Teggiano dove invece era nato. Una contesa che si decise di definire lasciando all’anima del giovane di scegliere dove voleva restare. Caricati dunque i suoi resti su un carretto trainato dai buoi, lasciarono andare liberi i buoi di scegliere la direzione e il luogo dove fermarsi. Le due comunità, infatti, in accordo, avevano deciso che i resti del giovane Cono avrebbero riposato laddove si sarebbero fermati i buoi ad indicare dunque la volontà del Santo. Il carretto giunse dunque fino alle porte di Teggiano attraverso l’antica strada che conduceva nel centro della cittadina dove, secoli fa, fu eretta una cappelletta a simboleggiare il luogo dove si presume siano morti i buoi, ossia nella cosiddetta Zona delle Palme. Un’area che, secondo un documento antico fornito a Cono Di Sarli da Don Gaetano Passerelli, testimoniava che, fino al 1330, apparteneva all’abazia e dunque ai monaci di Cadossa. L’urna contenete i resti di San Cono, arrivati fuori le mura della città dove morirono i buoi, furono poi trasferiti temporaneamente presso la Chiesa della SS Annunziata posta a poca distanza dal luogo dove si presume siano arrivati i resti, per poi trasferirli nella Cattedrale.

Proprio per ricordare dunque la Traslazione delle ossa di San Cono, avvenuta il 27 settembre del 1261, ogni 26 settembre, la statua di San Cono Dormiente viene portata in processione dalla Cattedrale fino alla cappelletta che nel 2005, divenuta ormai un rudere, il comitato festa ed in particolare Cono Di Sarli, volle recuperare ed abbellire in ricordo dell’evento storico. Dopo una breve supplica e preghiera la Sacra effige viene riportata nella cattedrale per le celebrazioni e per essere a disposizione dell’adorazione dei fedeli nel giorno della festa. Ieri mattina, giorno della festa, la processione per le vie del centro storico di Teggiano con la Statua di San Cono in Gloria, dato che, i vicoli di Teggiano, sono troppo stretti e dunque l’immagine del Santo Dormiente non riesce a passare in numerosi punti. Una storia e una devozione forte che si tramanda di generazione in generazione e che si sta diffondendo anche fuori da confini nazionali tanto da rendere San Cono oltre che Santo Protettore di Teggiano anche Patrono della Diocesi di Teggiano-Policastro

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