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Un ventennio di declino iniziato con gli anni novanta. 7 anni di recessione senza soluzione di continuità. Sono queste le parole con cui apre nella nota di sintesi il rapporto SVIMEZ 2019 che parla di un mezzogiorno d’Italia ormai sempre più avviato verso la recessione.
Un rapporto che si mostra critico anche nei confronti dell’Europa che, secondo quanto si legge, non ha mantenuto le sue ambiziose promesse per uno sviluppo armonioso ed equilibrato con la conseguente rilevazione di una Europa sempre più diseguale e complessa.
Per SVIMEZ, inoltre, il costante ritardo nell’applicazione di adeguate misure di rilancio e sviluppo per il Sud, sta anche portando ad un generale allontanamento dell’Italia dal resto d’Europa.
La situazione demografica è al centro dell’analisi del rapporto 2019 della SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno). Dall’inizio del nuovo secolo, ossia dal 2000 ad oggi il mezzogiorno ha perso oltre 2 milioni di residenti, di cui circa 1 milione giovani di età media 34 anni, un quinto dei quali, laureati. Intelligenze e mano d’opera qualificata che va via, lasciando il meridione sempre più privo di quelle energie necessarie per creare economia e sviluppo. Una condizione a cui, negli anni, non è stato posto rimedio ma, piuttosto, continuaÂÂÂ a peggiorare.
Basti pensare che nel solo 2018, sono stati 236 mila le persone che hanno lasciato le loro terre per trasferirsi altrove e solo una minima parte è rimasta nel sud. Gran parte ha scelto di trasferirsi nel centro nord o all’estero. In particolare per la Campania i dati analizzati parlano di un calo della popolazione del -4,3 per tasso di crescita.Molto più alto il tasso relativo ai decessi rispetto al tasso che certifica le nascite. A ciò si aggiunge un aumento deciso del tasso di migrazione anche verso l’estero.
Parere critico anche sul Reddito di Cittadinanza che si è rivelato un flop per la Svimez. Nullo infatti l’impatto del reddito sul mercato del lavoro. Per combattere la povertà non basta un contributo monetario, riferiscono dall’associazione per lo sviluppo del mezzogiorno, ma è necessario l’adozione di politiche di walfare adeguate. Inoltre dal rapporto si evince come il reddito di cittadinanza abbia contribuito ad allontanare le persone dal lavoro piuttosto che ad avvicinarle.
Per la Svimez è necessario tornare ad una “visione unitaria della stagnazione italiana”.
Un intervento anche per ciò che riguarda le richieste di regionalismo differenziato che per gli analisti va motivato sulla base dell’interesse nazionale. Svimez non condanna del tutto il federalismo fiscale piuttosto ne chiede un’attuazione ordinata al fine di “privare – si legge – le classi dirigenti del Sud dell’alibi dell’attuale centralismo avaro, utile per rivendicare più risorse e per nascondere le inefficienze”.
Tema principale su cui è stata fondata la relazione, è la necessità di adottare politiche di sviluppo per il mezzogiorno utili a ridurre il divario tra Nord e Sud del Paese in maniera tale da poter ridurre il divario tra Italia ed Europa in considerazione dell’attuale condizione che vede anche il Nord Italia non essere più visto come la locomotiva dell’Europa, superato anche da regioni dell’Est ritenute più ricche dell’Italia
Anna Maria CAVA