Quando penso al potere onirico, per incanto mi sovvengono le tele di Chagall con i suoi colori forti e la leggerezza dei suoi soggetti sospesi. La magnificenza di un sogno vissuto, trasposto e condiviso; rubato alla notte e condotto alla realtà. Il sognatore spesso si rifugia nel sogno, per fuggire da un realtà che non gli appartiene e che non condivide. Ma il sogno è anche speranza di cambiamento, perché il destino dei sogni non è quello di restare in un cassetto ad alimentare la muffa. Quindi il sogno è un’idea, è il futuro da realizzare; appartiene all’intimo e non può e non dev’essere rubato e chi vive in una realtà difficile sente di più la delicata fragilità dei sogni, così come sente più forte il diritto e il desiderio recondito di realizzarli perché, come scrive Romano Battaglia, “I sogni sono come le conchiglie che il mare ha depositato sulla riva.
Bisogna raccoglierle ed ascoltare la loro voce.” e ancora “Senza la fantasia, senza la capacità di sognare, senza la poesia, siamo solo degli uomini. ” “La terra dei sogni” è un cortometraggio di 18 minuti a firma del giornalista Rai Ettore De Lorenzo, realizzato con i ragazzi di Castelvolturno, attraverso un progetto scolastico F3 contro la dispersione scolastica, con pochissimi fondi a disposizione. Un lavoro costruito bene, con un’ottima fotografia e una piacevole colonna sonora, in cui il tempo è dilatato e portato in loop. Passare da “La terra dei fuochi” a “La terra dei sogni” il passo è breve, un passo lungo quanto un sogno: veloce, istintivo e necessario. “La terra dei sogni” è anche questo: un breve manuale visivo per sognatori ottimisti ed incalliti, ma anche per i difensori convinti delle proprie speranze e del proprio futuro.
E’ stato presentato all’apertura del Giffoni Experience nel pomeriggio di venerdì 18 luglio, dove ha riscosso un forte successo, applauditissimo dai ragazzi che riempivano la sala “Alberto Sordi” e che hanno interagito e discusso, a fine proiezione, con gli attori ed il regista. Ho incontrato Ettore De Lorenzo subito dopo la proiezione, per meglio approfondire la valenza e i contenuti del cortometraggio.
D – “La terra dei Sogni”.. vogliamo parlare di questo cortometraggio?
R – “La terra dei Sogni” è un corto eccezionale,ma non ha la pretesa, di essere all’altezza della fattura tecnica dei grandi film o anche di grandi cortometraggi. E’ stato fatto in totale economia, con pochi soldi della Comunità Europea che ha finanziato un progetto contro la dispersione scolastica in un territorio difficile che è quello di Castelvolturno, ovvero siamo in piena “terra dei fuochi”.. clan dei casalesi.. un territorio dove da poco si è votato un sindaco dopo anni in cui il Comune era commissariato per infiltrazione mafiosa… insomma dove si avverte pesantemente la forza dirompente e devastante della camorra e della criminalità. Il lavoro, dicevo, fatto con ragazzini delle scuole elementari, ragazzi delle scuole medie e delle superiori, è lastoria dei loro sogni, dei loro grandi desideri; dare un messaggio di speranza è davvero fondamentale per non ammazzarli due volte, dopo avergli consegnato una terra completamente inquinata.. dopo averli messi al mondo in un contesto in cui vige la legge del più forte, la legge dei camorristi. Non li ammazziamo un’altra volta negandogli la possibilità di sognare. E quindi tutto il lavoro è stato fatto innanzitutto per recuperare il loro sogno più profondo e poi per fagli capire che quel sogno, effettivamente, è possibile realizzarlo e di non lasciarsi scoraggiare da tutti i messaggi depressivi che arrivano anche dai media.
D- Quindi fondamentalmente imperniato intorno alla speranza?
R- Assolutamente si, anche se a me la parola “speranza” è un parola che non mi piace perché rimanda a molto a “esperare”che rimanda ad un momento successivo la realizzazione di qualcosa; é come se si stesse in attesa di qualcosa. Ai ragazzi dico: non aspettate! fate!.. andate incontro al vostro sogno, in ogni modo, qualunque sia! E soprattutto imparate e siate capaci di modificare anche il vostro sogno. Non tutti i sogni sono raggiungibili perché i sogni sono come le nuvole: si trasformano; l’energia resta sempre la stessa, ma la forma può cambiare. Se vi rendete conto che quel sogno che avete in testa non è oggettivamente realizzabile, oppure voi stessi cambiate intenzione e desiderio, non vi fate un problema; andate direttamente su quello successivo. Probabilmente la prossima porta si apre.
D- Quand’è importante lavorare con i bambini ed i ragazzi e qual’è l’emozione che si prova a lavorare con loro?
R- Lavorare con i bambini non solo è importante, ma è doveroso perché noi abbiamo consegnato ai nostri figli un mondo non esattamente….. come dire? … perfetto… mettiamola così. Quindi abbiamo anche il dovere, nei loro confronti, di assumerci una responsabilità. Io sono convinto che oggi, in parte la scuola, e molto spesso le famiglie, abdicano al loro ruolo e quindi c’è bisogno che i bambini ed i ragazzi abbiano dei riferimenti…dei maestri…delle persone da cui imparare, perché si fidano di loro. Io mi pongo , rispetto ai ragazzi, con questa ottica e con questa disponibilità. Naturalmente non lo faccio soltanto perché il piacere di “dare” è enorme, ma perché il piacere di “ricevere” è altrettanto grande. Quello che ricevo in termini di gratificazioni umane, ma non solo, dai ragazzini e dai bambini, è straordinario.
D- I ragazzi, durante la lavorazione, hanno avuto qualche attimo di indecisione trovandosi magari di fronte a qualcosa più grande di loro?
R – Sempre! Ma proprio facendo leva su quell’indecisione, che loro hanno capito che possono lavorare per migliorarla. Nessuno nasce imparato, come si dice a Napoli, tutti hanno il dovere di attraversare l’esperienza positiva e negativa per imparare. Se ai ragazzi non gli si da neanche la possibilità di attraversare l’esperienza, non sapranno mai se sono più o meno capaci di fare qualcosa. Hanno attraversato le difficoltà, le hanno superate e hanno espresso quello che sono.
D- Come l’hanno vissuta questa esperienza?
R- Una gioia infinita… Loro sono riconoscenti per quest’opportunità che hanno avuto, lo sono nei miei confronti, nei confronti di tutte le persone che hanno lavorato intorno a questo progetto che voglio ricordare: Stefano Moffa, Stanislao Flaminio, Francesca La Starza, Davide Munno che ha realizzato le musiche. Ma siamo noi, e lo ripeto ancora una volta, ancora riconoscenti nei loro confronti.
D- Quanto tempo di lavorazione è occorso ?
R- Poco…. pochissimo. Questo progetto è un PON.. E’ un progetto realizzato con fondi europei; erano poche ore di lavorazione ed è proprio qui che abbiamo fatto il “miracolo”, che con mezzi ridottissimi e con pochissimo tempo siamo riusciti ad entrare in profondità nei loro desideri e nei loro sogni. Anche la visita a Città della Scienza, che è parte del cortometraggio, è stata per loro per loro particolarmente importante e illuminante perché hanno capito quali danni concreti, può fare la criminalità.
D- Un’ultima cosa, era riguardo la fotografia, molto molto interessante, scevra da effetti speciali…..
R- L’autenticità… Abbiamo puntato tutto su quello, proprio perché abbiamo provato a fare dei nostri limiti, limiti di mezzi e anche , perché no?, professionali, la nostra forza. Abbiamo puntato ad un racconto che, anche nella fotografia, portasse la maggiore autenticità possibile. Le scene fatte alla solfatara di Pozzuoli, per chi poi vedrà il cortometraggio, se ne accorgerà, quel fumo…quella densità …è un po’ la porta che separa il sogno dalla realtà, sono state meravigliose perché hanno una potenza evocativa e simbolica particolarmente forte. La fotografia, ovvero la “forma” di un racconto, non è secondaria, anzi, è la forma…
D- piuttosto che rifugiarsi nei sogni, occorre investire sui sogni?
R- Diceva una persona, che io stimo tantissimo, ” se vuoi realizzare il tuo sogno, la prima cosa che devi fare, è svegliarti!” quello che si vive durante la notte, che poi è un’elaborazione dei desideri più profondi, deve essere realizzato. Ma bisogna mettercela tutta, altrimenti il sogno non si realizza mai. Non c’è nessuno che viene a regalarti il tuo sogno. Il sogno te lo costruisci con le tue mani. Questo è il messaggio più forte che vogliamo consegnare a tutti i ragazzi a tutti i bambini che vedono e che vedranno il cortometraggio. Sognate !!!
Quintino Di Vona