Strage di Silla. La Cassazione conferma la condanna per Gianni Paciello

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Si conclude con la conferma della pena il terzo e ultimo grado di giudizio per Gianni Paciello, il giovane di Sassano autore di quella che è passata agli onori della cronaca come la “strage di Silla”. Il 28 settembre 2014 Gianni Paciello a bordo della sua Bmw sfrecciava in direzione Silla e nei pressi della rotonda perse il controllo della vettura e si schiantò davanti la vetrina del bar New Club 2000 dove erano seduti quattro giovani: Daniele Paciello, i fratelli Giovanni e Nicola Femminella e Luigi Paciello. Tutti deceduti nell’incidente. Quanto accaduto sconvolse la comunità di Sassano e tutto il Vallo di Diano. Gianni Paciello venne accusato di omicidio colposo plurimo e nel dicembre 2015, venne condanno in primo grado dal Tribunale di Lagonegro a 10 anni e 4 mesi di reclusione. Tuttavia i legali del giovane presentarono ricorso in Corte d’Appello. Nel dicembre dello scorso anno, 16 dicembre 2016, la Corte d’Appello del Tribunale di Potenza confermò la sentenza di primo grado rigettando le contestazioni degli avvocati dell’imputato tra cui le presunte irregolarità durante le analisi fatte presso l’ospedale di Polla e il presunto sopraggiungere di un malore per il Paciello vista la mancata decelerazione nei pressi della rotonda. Queste e altre contestazioni che non sono state ritenute valide dai giudici del capoluogo lucano. Tuttavia i legali del giovane hanno portato il processo al terzo grado di giudizio ovvero in Cassazione. Ieri la 4^ sez. penale ha posto definitivamente fine all’iter processuale a carico di Gianni Paciello e hanno confermato la pena a 10 anni e 4 mesi di reclusione.  

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