{vimeo}85718854{/vimeo}
Si dovrebbero conoscere a breve i risultati dello studio di fattibilità effettuato dal Gruppo Ferrovie Italiane per il ripristino della tratta ferrata Sicignano- Lagonegro. Risultati che però –ancora prima di essere resi pubblici- non convincono il comitato pro ferrovia, secondo il quale non sarebbero altro che la rivalutazione economica dello studio di fattibilità commissionato dalla Regione Campania nel 2007, che prevedeva per il ripristino della tratta una spesa di 400 milioni di euro.
“Sono stati disattesi gli accordi relativi al nuovo studio di fattibilità per la riattivazione della Tratta ferrata Sicignano- Lagonegro da Parte di Ferrovie Italiane”. Lo affermano i membri del Comitato Pro Ferrovia, attraverso una nota a firma di Giuseppe Verga, nella quale si specifica che nonostante il forte ritardo a breve i risultati dello studio, attualmente nelle mani degli Amministratori Delegati del Gruppo Ferrovie Italiane, dovrebbero essere resi pubblici. “Si tratta però –spiegano dal Comitato- della semplice rivalutazione economica dello studio di fattibilità commissionato dalla Regione Campania nel 2007 ad una società di progettazione privata e costato 180 mila euro, e noi per questo motivo lo contesteremo”. Il Comitato Pro Ferrovia aveva infatti richiesto un nuovo studio di fattibilità vero e proprio, e non una valutazione parametrica basata su rilevamenti di sette anni fa, che peraltro prevedevano per il miglior scenario di riattivazione della linea un costo di circa 400 milioni di euro, a fronte dei 51 milioni previsti da uno studio FS nel 1999. “Serve un lavoro completo, serio e approfondito se si vuole effettivamente mettere mano alla linea –confermano dal Comitato- e pertanto il nostro obiettivo è quello di proporre al Ministro Lupi la realizzazione di un progetto immediatamente cantierabile sul primo tratto fino a Polla, di 28 km, da realizzare nei tempi più brevi possibili”. Una proposta che vede tra l’altro a Polla una stazione già aperta e funzionante, il che non comporterebbe problemi di sistemazione della struttura. Ma è ormai sempre più chiaro che il problema della riattivazione della Sicignano Lagonegro è soprattutto politico: in un convegno svoltosi lo scorso 6 gennaio a Sicignano, in seguito alla delibera provinciale pro ferrovia, l’assessore regionale ai trasporti Vetrella aveva consigliato agli amministratori locali di inserire la riapertura della ferrovia in un progetto ampio di sviluppo territoriale. “Indubbiamente –evidenziano dal Comitato- sarebbe interessante capire come la classe dirigente locale vorrebbe far sviluppare il Vallo di Diano, in un’ottica di comprensorio, come comunità. E se il problema è quello della gestione dell’opera –concludono- siamo certi che i costi sarebbero una goccia nell’oceano di euro che la Regione ogni anno spende per il trasporto pubblico locale”. Ogni anno vengono spesi più di 4 milioni di euro di soldi pubblici per reggere il sistema di trasporto pubblico interno al Vallo e per Salerno/Napoli, corrispettivi economici che la regione e la provincia concedono alle aziende di trasporto su gomma e per l’autoservizio sostitutivo. Secondo una stima del Comitato Pro Ferrovia, sarebbe invece quantificata in 1 milione e mezzo di euro all’anno la risorsa necessaria a collegare la parte più alta di ogni paese con le stazioni del Vallo di Diano e con ogni treno in arrivo o in partenza, creando quindi anche un sistema di mobilità interno al territorio. Secondo il Comitato Pro Ferrovia una scelta netta a favore del trasporto su ferro, come avviene nel resto d’Europa, porterebbe all’ottimizzazione delle risorse e al miglioramento dei servizi, collegando il territorio del Vallo all’Alta Velocità su ferro e all’aeroporto di Salerno, di recente inserito nel Piano Nazionale Aeroporti.