Sapri-Napoli, massimo riserbo sulle indagini legate al piccolo di 9 mesi ricoverato al Santobono

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Massimo riserbo sulle condizioni del piccolo di 9 mesi, ricoverato presso l’ospedale Santobono di Napoli dove è stato trasferito d’urgenza nei giorni scorsi a seguito delle delicatissime condizioni riscontrate dai sanitari dell’ospedale Dell’Immacolata di Sapri dove era giunto nel primo pomeriggio di giovedì scorso accompagnato dalla madre e dal nuovo compagno con cui conviveva dopo la separazione dal padre del bimbo. Le indagini proseguono in maniera incessante da parte dei carabinieri, circoscrivendo anche il lasso di tempo delle indagini, per cercare di ricostruire cosa sia esattamente accaduto al piccolo. Gli inquirenti, in particolare, stanno tentando di ricostruire, anche attraverso le immagini di videosorveglianza in loro possesso, cosa sia accaduto in particolare tra la tarda mattinata e le primissime ore del pomeriggio di giovedì scorso 5 giugno dunque poco prima del ricovero in ospedale.

Il piccolo, secondo quanto appreso, sarebbe arrivato al Dell’Immacolata di Sapri già in condizioni disperate e le spiegazioni fornite dalla madre e dal compagno non avrebbero convinto i medici che hanno dunque chiesto l’intervento dei carabinieri. Sono dunque partite le indagini che si sono prevalentemente soffermate sui genitori del piccolo e sul nuovo compagno della donna. I militari dell’arma sia della Compagnia di Sapri che della stazione di Arenella di Napoli, in questo fine settimana, hanno raccolto numerose testimonianze, concentrandosi in particolare sul contesto familiare in cui viveva il piccolo di 9 mesi. Per capire cosa sia esattamente accaduto, dalle forze di polizia è stato imposto il massimo riserbo sia sulle condizioni del bimbo e sia su ogni altra forma di informazione al fine anche di poter eseguire le indagini senza alcun tipo di interferenza.

Un lavoro che richiede un’analisi attenta e precisa anche perché, da quanto emerso subito dopo il ricovero in ospedale del bambino, i vari traumi riscontrati sul suo corpo, non sarebbero stati provocati in un solo momento ma dovrebbero risalire a periodi diversi. Ciò rende dunque ancor più complicato capire cosa sia successo al bimbo di appena 9 mesi

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