Sanza. 2 luglio l’Amm.ne comunale ricorda Carlo Pisacane e i fatti del 2 luglio 1857

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Domenica 2 luglio, alle ore 9,30, l’amministrazione comunale di Sanza ricorderà Carlo Pisacane e i suoi 300 con una cerimonia di commemorazione e deposizione di una corona d’alloro presso il luogo simbolo, il Cippo di Pisacane, posto lungo la Statale 517. Alla presenza del Comandante della Stazione Carabinieri di Sanza, del Comandante della Polizia Municipale, del parroco don Giuseppe Spinelli, il prof. Felice Fusco, storico locale ed esperto della Spedizione di Sapri, ricorderà i fatti del 2 luglio del 1857. Il saluto istituzionale affidato al Sindaco di Sanza, Vittorio Esposito, sarà accompagnato dalla partecipazione dell’intero Consiglio Comunale e dalla Sezione di Sanza dell’Associazione Combattenti e reduci. “Occorre ricordare la storia e gli accadimenti, facendo luce su un momento molto delicato per la comunità di Sanza che nella figura di Pisacane ha trovato lo spirito di unità nazionale ed il rispetto nelle istituzioni – così ha commentato il sindaco Esposito – La figura del patriota Pisacane non solo va ricordata ma soprattutto va rivalutata in un momento storico dove il nostro Paese è alla ricerca di valori di unità nazionale. E’ nostra intenzione, a partire da quest’anno, riportare al centro del fermento culturale della nostra comunità la vicenda storica di Pisacane e della Spedizione di Sapri.  Occorre ristabilire una verità storica che,  mal raccontata per troppi anni, ha leso l’immagine e la dignità del popolo di Sanza. L’eccidio dei 300 infatti non si consumò ad opera del popolo di Sanza ma come è ben noto e chiaro, alle mura della Certosa di San Lorenzo a Padula. A Sanza, questo è vero, trovò la morte il Pisacane. Una circostanza che va analizzata nel dettaglio e nel contesto di una cultura popolare che nulla conosceva dei moti rivoluzionari e delle vicende mazziniane. Ciò che spinse il popolo di Sanza a difendere le proprie famiglie ed i pochi averi era solo la convinzione, inculcata ed artatamente diffusa, che quel manipolo di uomini che la mattina del 2 luglio arrivarono alle porte del paese fossero dei delinquenti comuni, dei briganti pronti a saccheggiare il paese. Un grazie per questa verità che emerge sempre più e si afferma – ha concluso il sindaco Vittorio Esposito – lo dobbiamo a figure come il prof. Felice Fusco ed allo storico locale prof. Peppino Laveglia, per la ricerca storica costante della verità dei fatti e per l’opera di divulgazione della stessa storia” 

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