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Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lagonegro Rosamaria De Lellis ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero del caso Massimiliano Malzone. L’uomo di Montecorice, morto nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Sant’Arsenio nel 2015, è deceduto dopo 12 giorni ricovero presso la struttura valdianese dove era in regime di Trattamento Sanitario Obbligatorio. Nel giugno del 2017 il Pm aveva chiesto l’archiviazione del caso ma poche settimane dopo la famiglia di Malzone presentò opposizione.
Il giudice De Lellis ha respinto la richiesta di archiviazione e ha disposto ulteriori indagini al pm per vagliare l’ipotesi di omicidio colposo ai danni dei sanitari. “Risulta incontrovertibile – spiega il Gip – la circostanza che l’arresto cardiaco che ha condotto alla morte Malzone sia stata una conseguenza diretta dell’azione sinergica dei vari medicinali neurolettici somministrati alla vittima, dal 28 maggio, durante la degenza in regime di Tso”. Inoltre per il Gip De Lellis, dall’analisi del diario clinico è “evidente l’omissione dei sanitari nell’attuare la regola cautelare: seguire costantemente le condizioni cardiologiche del paziente”.
Infatti sembra che Massimiliano Malzone fu sottoposto ad un solo ecocardiogramma il 30 maggio poi nulla con il personale che, invece, avrebbe potuto effettuare ulteriori controlli in periodi di tranquillità che emergono dal diario clinico. Una serie di elementi che hanno spinto il Gip a respingere la richiesta di archiviazione accogliendo la tesi dell’avvocato della famiglia Malzone, Michele Capano che aveva sottolineato come non si potesse archiviare il caso in quanto” ci sono tanti aspetti che vanno approfonditi”.
Giuseppe Opromolla