Santa Marina, respinta richiesta di custodia cautelare per il Sindaco Fortunato. Il commento

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Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lagonegro ha respinto la richiesta arrivata dalla locale Procura della Repubblica dell’applicazione di misure cautelari a carico del sindaco di Santa Marina di Policastro Giovanni Fortunato. Nell’udienza dello scorso 25 gennaio nella fase di interrogatorio preventivo, ha ritenuto insufficienti le prove presentate a carico del sindaco dalla Procura oltre che inattendibili i testi presentati sulla base dell’inchiesta che vedrebbe il primo cittadino di Santa Marina essere ritenuto responsabile di reati di concussione nell’ambito di una serie di indagini che hanno portato la Guardia di Finanza ad eseguire una serie di verifiche nell’ambito del settore edilizio sul territorio comunale con conseguente ripercussione anche su dipendenti comunali oltre che sul Sindaco e sulla sua famiglia.

La decisione del GIP di respingere la richiesta di custodia cautelare presentata dalla Procura della Repubblica ha consentito al sindaco Fortunato di poter tirare un primo sospiro di sollievo dopo un lungo periodo trascorso ad essere sotto continui accertamenti. Secondo il Giudice, infatti, i testi che la procura ha portato per avallare la tesi presentata e a sostegno della richiesta di custodia cautelare, non sarebbero attendibili, inoltre pare che, anche le prove presentate sarebbero, a parere del Gip, insufficienti per giustificare una custodia cautelare. La decisione arrivata dal giudice del Tribunale di Lagonegro è stata commentata subito sui social dal sindaco di Santa Marina spiegando quanto deciso dal Giudice e come, tale decisione ha portato anche alla chiusura di un primo capitolo del filone investigativo che lo vede protagonista insieme all’ente comunale e alle attività svolte.

“Il GIP – ha dichiarato Giovanni Fortunato – ha ritenuto del tutto insussistente il contesto indiziario, dichiarando del tutto inattendibili testi che invece la locale Procura aveva accreditato come oracoli di Delfi, ritenendo illogiche le ricostruzioni dei fatti, non credibili le circostanze. Confesso – prosegue – che per un anno e mezzo ho dovuto affrontare, insieme alla mia famiglia, prove quotidiane. Siamo stati sottoposti ad ogni forma di controllo: telefonico, ambientale, personale, patrimoniale, persino dattiloscopico. E il primo vaglio sulla tenuta della qualità investigativa ha determinato un rigetto. Ho le spalle larghe e la coscienza pulita, – scrive Fortunato – ed ho una storia personale fatta di lavoro, sacrifici e impegno. So perfettamente che la protervia investigativa continuerà, ma sono anche sereno di trovare titolari della funzione giurisdizionale equilibrati e scrupolosi. La verità – dichiara ancora – ha una sua inesorabile capacità di affermarsi”.

Annunciando possibili azioni a carico di quanti hanno, in questo periodo raccontato il falso anche a nome di chi non ha avuto la forza di affrontare la situazione in maniera coraggiosa, Fortunato ha manifestato i suoi ringraziamenti  a chi lo sostiene, agli amici, ai suoi avvocati e soprattutto alla sua famiglia coinvolta direttamente o indirettamente nella vicenda

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