Salerno, Coscioni viola il divieto di esercitare la professione medica: emessa ordinanza di allontanamento dal comune di Salerno

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Restrizioni delle misure cautelari a carico di Enrico Coscioni, direttore del dipartimento di Cardiochirurgia dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno che, nel marzo scorso, era già stato raggiunto da un provvedimento interdittivo con divieto di esercitare la professione medica per un anno oltre che ogni tipo di attività legate alla sua professione. Dal Giudice per le indagini preliminari, su disposizione della Procura della Repubblica del Tribunale di Salerno è ora stato emesso un nuovo provvedimento con divieto di dimora nel territorio di del Comune di Salerno.

A rendere esecutiva l’ordinanza i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, nella mattinata di oggi 19 settembre ed è stata emessa in aggravamento della procedente misura cautelare che, secondo quanto emerso dalle indagini e dai controlli effettuati anche in seguito alla prima misura, pare che, in realtà, il Dott. Coscioni non ha mai smesso di esercitare la professione nonostante il dividieto disposto lo scorso 6 marzo.

Un divieto di un anno per il direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia del Ruggi ed anche per i componenti della sua equipe a seguito della vicenda che ha portato alla morte di un paziente in occasione proprio di un intervento chirurgico di sostituzione valvolare aortica con bioprotesi e rivascolarizazione coronarica a cui Umberto Maddolo, questo il nome del paziente, era stato sottoposto nel 2021 e a cui avrebbe fatto seguito il decesso. Nel corso delle indagini, infatti, erano emerse omissioni nel report cardiochirurgico inerente proprio l’intervento a seguito del quale sarebbe poi morto il paziente. Visti gli elementi raccolti in fase di indagine, il Dott. Coscioni era dunque stato raggiunto dal provvedimento di divieto dell’esercizio della professione medica.

Divieto che, secondo le risultanze frutto di ulteriori accertamenti richiesti dalla Procura della Republica di Salerno, in realtà non sarebbero mai stato sospese continuando dunque a gestire di fato il reparto di cardiochirurgia del Ruggi d’Aragona, impartendo disposizioni in ordine alla gestione dei pazienti, determinando i ricoveri dal pronto soccorso al reparto da lui diretto, attivando medici e personale sanitario, fornendo consulenze ai colleghi in ordine alle terapie da eseguire sui pazienti e, dunque, continuando ad esercitare la sua attività medica e di responsabile del dipartimento, nonostante la misura interdittiva. Pertanto, il Gip del Tribunale di Salerno, avendo accertato l’incapacità del dirigente medico di rispettare le prescrizioni di divieto di esercizio della professione, ha imposto l’allontanamento del primario della struttura ospedaliera salernitana.

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