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La grandezza e la bellezza, la profondità e la semplicità complessa del teatro. Un esperimento già vinto da Vincenzo Salemme e la sua compagnia teatrale che ha osato portare il teatro, in diretta, in TV, in prima serata.
Conta e come, il successo di pubblico; conta di più però il messaggio positivo che questo esperimento lascia nella storia della TV, in un momento in cui la vecchia televisione, camuffata da un necessario attualismo cinico e di basso profilo, propina, nelle ore pomeridiane, poi anche in prima serata modelli televisivi di una qualità talmente scarsa che è difficile persino trovare gli aggettivi giusti. Il punto più basso infatti che la televisione, la chiamano commerciale, ha toccato è di certo il format della “Carmelina nazionale”, meglio nota come Barbara D’Urso, che ci ha riempito le giornate televisive passando da Domenica Live a Pomeriggio 5 a Non è la D’urso.
Insomma un monopolio sconcertante che ha sdoganato definitivamente il peggio del peggio senza alcun pudore in TV. In questo contesto, senza sminuire la grandezza e la bravura di Salemme, Di Maria e gli altri, la pagina televisiva scritta dal coraggio degli autori ma anche dalla produzione Rai che ha scommesso su “Salemme il bello… della diretta!” ha del miracoloso.
Le emozioni e le sensazioni belle del teatro, portate in TV senza che la distanza tra la scatola magica ed il palcoscenico si avverta in alcun modo, è il segnale più forte che la comunità culturale italiana possa adottare per respingere, organizzandosi in crociata, l’invasione di spazzatura che confonde le menti e le coscienze di milioni di telespettatori incollati ed ammaliati, incantati dal pettegolezzo e dal trash che la Carmelina vende ogni giorno. CheÂÂ bellezza il teatro, quanta bravura e che volo a planare nella fantasia e nelle emozioni.
E poi, diciamolo pure, che vittoria schiacciante per la televisione di provincia. Un successone per la sede Rai di Napoli, da dove va in onda, presso l’auditorium Domenico Scarlatti, il mercoledì sera alle 21.20 su Rai2 “Salemme il bello… della diretta!”. Infine come non concedere alla promessa del teatro, un giovane di provincia, che ha inseguito il suo sogno, Andrea Di Maria, di Sala Consilina, il necessario e doveroso tributo a questa consacrazione nazionale. Non solo la collaborazione duratura con Vincenzo Salemme, ma certo la dimostrazione sul palco, che ne è di certo l’erede.
Non sfugge a nessuno la bravura di Di Maria che mostra senza nascondere le evidenti sfumature della contaminazione artistica di De Filippo, ma persino del grande Massimo Troisi. Cosa rimane da fare ora? Senza ombra di dubbio moltiplicare l’esperienza di Salemme e di altri grandi del teatro in diretta in TV, ma soprattutto, occorre, qui la finalità della crociata, destituire la Carmelina nazionale, e se mai non vogliamo lasciarla senza lavoro, quanto meno confiniamola nella fascia notturna, così come erano relegati quei filmetti “proibiti” a metà degli anni ’80.
Non credo infatti vi sia alcuna differenza di qualità, e se c’è è certamente a vantaggio della filmografia della commedia sexy all’italiana, molto meglio, decisamente.
Lorenzo PELUSO