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Il Centro diurno e residenziale per disabili Una Speranza di Sala Consilina rischia di chiudere. Da mesi si è alla ricerca una soluzione per superare l’impasse che si è creata a causa della mancanza di soldi innanzitutto e anche della molteplicità di attori coinvolti con evidenti problemi di comunicazione.
Almeno fino a ieri sera.
Quando c’è stata l’ennesima riunione, questa volta a porte aperte, tra il Comune, rappresentato dal sindaco Francesco Cavallone e dall’assessore ai Servizi Sociali Elena Gallo mentre della minoranza c’erano Domenico Cartolano e Alessandro Carrazza, l’associazione Una Speranza Onlus con Don Vincenzo Federico, Gianfranco Santopaolo e altri associati, il direttore del Consorzio Sociale Antonio Florio e Gaetano Ferrari a rappresentare la Fondazione Comunità Salernitana Onlus.
Quello che è venuto fuori ieri sera è un groviglio di responsabilità che sta facendo naufragare un progetto nato dalla “speranza” di un gruppo di genitori di poter garantire accoglienza e assistenza per i propri figli disabili.
Succede che l’ex Piano di Zona, oggi Consorzio Sociale, deve al Centro, che è integrato nell’ambito dei suoi servizi socio-assistenziali, mensilità per migliaia di euro. Il Centro dovrebbe pagare al Comune le tasse locali, una su tutte l’IMU sull’immobile dove ha sede. “Dovrebbe” perché ieri sera è stata citata una convenzione in virtù della quale ne sarebbe esonerato, svolgendo un servizio pubblico. E sempre per quest’ultimo motivo al Comune spetta di mettere a disposizione del Centro una struttura pubblica. E qui sono sorti i problemi. L’immobile in cui il Centro opera non è comunale, ma realizzato dall’Associazione insieme alla Fondazione e ceduto alla Fondazione con utilizzo vincolato a struttura per disabili.
Il confronto molto acceso consumatosi ieri sera ha visto il Centro in difficoltà economiche per i soldi che avanza dal Consorzio Sociale e il Comune di Sala Consilina le cui casse non se la passano meglio. Tra i due soggetti pare sia stata trovata la quadra alla fine ovvero il Centro sarà esonerato dal pagamento delle tasse comunali e il Comune dal pagamento del fitto. Restano le utenze che ammonterebbero a circa 20mila euro all’anno. L’Ente si è detto disposto a valutare la somma massima da poter garantire che comunque resta lontana da quella cifra.
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Rosa ROMANO
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