{vimeo}235317597{/vimeo}
“Ho provato a coniugare la fantasia, il surreale con la vita di tutti giorni. La storia è ambientata negli anni Ottanta in Basilicata, in un luogo che conosco bene perché è lì che ho vissuto”, apre così il suo intervento Enzo D’Andrea, lo scrittore lucano del libro “L’uomo che vendeva palloncini” presentato sabato sera nel salone della Società Operaia Torquato Tasso di Sala Consilina.
{vimeo}235317628{/vimeo}
E’ la storia di Massimo narrata da adulto. È la storia sua e di alcuni amici che in un’estate torrida vengono coinvolti in una serie di eventi all’apparenza e in parte inspiegabili, tra questi un traffico di droga e la scoperta di un cadavere, morti misteriose e malvagi da punire. Sono una serie di eventi che si vanno a intrecciare e saranno gli stessi ragazzi a risolverli. “È un libro che si fa leggere”, spiega D’Andrea che si sofferma anche sui buoni sentimenti e sulla ricerca della verità. Un uomo che vendeva palloncini rievoca ricordi d’infanzia ma l’ombra in copertina nasconde invece forse altre verità. L’incontro è stato aperto dai saluti del Presidente della Torquato Tasso Michele Calandriello e del sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone. È intervenuta poi anche la giornalista Maria De Carlo che ha precisato in primis l’importanza della lettura e della riflessione che promana dall’opera di D’Andrea. Un incontro quello di sabato che si incastra nei 150 anni della fondazione dello storico sodalizio che ha sempre premuto sulla diffusione della cultura.