Le scelte formulate dal gruppo tecnico di lavoro voluto dalla Regione Campania per la definizione della Rete Oncologica su tutto il territorio regionale, hanno destato alcune polemiche, in particolare nel Vallo di Diano preoccupato per il futuro del Curto di Polla che, mentre attende da diversi anni l’attivazione dell’U.O. di Oncologia come previsto dal Piano Regionale della Sanità, con il reparto già pronto da diversi mesi ma privo di un responsabile che, inizialmente individuato, è ora in servizio a Sapri, nella delibera dello scorso giugno si è visto privato del trattamento di numerose patologie tumorali, accreditato solo per il trattamento delle neoplasie intestinali quali retto e colon e per il fegato.
Nella delibera di giunta regionale del 7 giugno scorso, pubblicata sul BURC n. 53 del 20 giugno, è stato definito l’elenco provvisorio, pare quindi comunque suscettibile di variazioni, delle chirurgie oncologiche arruolate nella rete. La scelta delle strutture sanitarie per la trattazione dei singoli interventi, secondo quanto riportato nella relazione, è frutto di valutazioni effettuate dal gruppo tecnico di lavoro sulla base di dati forniti in riferimento a specifici indicatori. Inoltre viene sottolineato come, si tratti di un elenco provvisorio subordinato a rispetto e mantenimento dei criteri di ammissione a seguito valutazioni periodiche annuali ed una valutazione finale per il triennio 2022/2024.
La polemica è nata in particolare per l’inserimento, all’interno della rete di strutture private salernitane accreditate al trattamento di quasi tutte le patologie tumorali, mentre il Curto rientra nella Rete Oncologica per il trattamento delle sole neoplasie intestinali (retto e colon) e per il fegato. Neoplasie intestinali e Tiroide i trattamenti accreditato all’ospedale di Oliveto Citra mentre al San Luca di Vallo della Lucania c’è l’ok solo per il trattamento delle neoplasie all’apparato genitale femminile Una limitazione dovuta, sembrerebbe, ad un errore nella comunicazione dei dati. Di contro si lamenta la possibilità per due strutture private di poter trattare quasi tutte le patologie tumorali. Dallo schema approvato dalla giunta regionale emerge che, per il territorio salernitano, ci sono 2 strutture private e 2 pubbliche, a poter gestire quasi tutte le neoplasie e sono, per le pubbliche il Ruggi d’Aragona di Salerno che può intervenire su tutti i tumori e l’Umberto I di Nocera non accreditato solo per il trattamento di tumori all’apparato genitale femminile, al sistema nervoso centrale, alla tiroide ed al fegato. Per ciò che riguarda le strutture private la più accreditata è la Clinica Cobellis di Vallo della Lucania che, però non può intervenire su sistema centrale nervoso e Fegato, in quest’ultimo caso c’è l’ok solo per i trattamenti chirurgici.
Anche la Clinica Tortorella è accreditata per intervenire su molte neoplasie tranne: polmone, sistema centrale nervoso, pancreas e prostata. La costituzione di una rete oncologica Campana, secondo quanto riportato nella relazione, ha come obiettivo la riduzione della mobilità passiva per il trattamento delle neoplasie e ad assicurare più alti livelli assistenziali e la sopravvivenza oncologica. Per ciò che riguarda il Curto, resta da capire come mai il reparto di Oncologia, pronto da diversi mesi e che, secondo quanto emerge, doveva essere già operativo dal 2018, resti ancora fermo così come c’è da capire se il territorio si sia attivato o si stia attivando per sollecitare l’apertura del reparto.