Referendum Pro Tribunali bocciato, delusione e prime reazioni nel Vallo di Diano

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Delusione e sconcerto nel Vallo di Diano dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha bocciato la proposta di referendum per l’abrogazione della riforma della Geografia Giudiziaria. “Hanno vinto i poteri forti” commenta il consigliere regionale Donato Pica, mentre per il presidente del Comitato Territoriale di Sala Consilina Pro Referendum Katia Nola la decisione potrebbe essere una pietra tombale per i cosiddetti “Tribunali Minori”, tra i quali il foro di giustizia valdianese

Ha lasciato l’amaro in bocca a tutto il Vallo di Diano il verdetto della Corte Costituzionale, che ieri ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo delle norme sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Dunque non ci sarà alcun referendum sulla nuova geografia giudiziaria, una decisione che ovviamente ancora una volta ribadisce la volontà da parte dei cosiddetti poteri forti –come li definisce il consigliere regionale Donato Pica- di non tornare indietro. I tribunali chiusi devono restare chiusi insomma, e secondo il consigliere regionale del PD la bocciatura arrivata dalla Corte Costituzionale rappresenta l’ennesima sconfitta per la politica, tra un parlamento che non riesce a riappropriarsi delle proprie prerogative legislative ed un governo,sempre più lontano dalle reali esigenze dei cittadini , che non tiene conto delle diverse realtà del Paese. In Italia, insomma, si può chiedere il Referendum su tutto ma non sulla giustizia che resta una tematica intoccabile. Sarà ora necessario attendere il deposito della sentenza per capirne le motivazioni e la loro lettura ne spiegherà l’aspetto formale, ma quello politico resta. Secondo il presidente del Comitato Territoriale di Sala Consilina Pro Referendum Abrogativo Katia Nola “Con questa decisione vengono liquidati i Tribunali cosiddetti minori, ma quel che sconcerta è che sia impedito alle istituzioni locali, in rappresentanza dei cittadini, di avere un qualche ruolo, una voce in capitolo, almeno questa volta”. E’ davvero un paradosso che ben nove regioni in Italia, in rappresentanza di 23 milioni di cittadini, abbiano chiesto il referendum abrogativo e non siano state ascoltate: “Il Governo non può ignorare –sottolinea Katia Nola- che la democrazia si basa sulla volontà popolare. La legge taglia tribunali colpisce in maniera indiscriminata con tagli lineari, senza valutare gli effettivi risparmi o costi, tanto meno risponde al criterio dell’efficienza propugnato”. Per il presidente del comitato pro referendum l’intervento normativo va rivisto e corretto “ed è per questo –promette- che le attività non si fermano. Si continuerà per il tramite di ogni rappresentanza istituzionale ad incalzare il Governo ed il Ministero, valutando la opportunità di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea perché questa riforma mette in discussione il diritto del cittadino all’accesso alla giustizia”. Emblematico appare, ora più che mai, il titolo della VIII Conferenza dell’Avvocatura organizzata dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura e che prende il via oggi a Napoli: “La Giustizia umiliata :quale democrazia senza diritti?”. Presente all’incontro anche il comitato territoriale di Sala Consilina pro referendum abrogativo. “Dalla riflessione che ne deriva –conferma Katia Nola- occorrerà prendere ulteriore spunto perché la democrazia venga riaffermata ,riappropriandoci dei nostri diritti e, per questo, continueremo la nostra lotta. Il comitato referendario con i delegati delle nove Regioni –assicura il presidente Nola- non si arrende”.

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