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I giovani partono, l’economia torna sotto zero, il quadro del lavoro peggiora, il settore pubblico con servizi scadenti non aiuta, i piccoli centri si spopolano. Sembra un bollettino di guerra la relazione Svimez illustrata in occasione delle anticipazioni del Rapporto 2019. La crisi sta affossando il Mezzogiorno che arretra e le previsioni per i prossimi mesi non sono rassicuranti. I dati raccapriccianti della Svimez fanno il paio con la stagnazione economica dell’intero Paese documentata dall’Istat. Torna quindi ad allargarsi non solo il divario Sud – Nord ma anche Italia – Europa.
L’Italia rallenta, il Sud frena.
I numeri sono noiosi ma aiutano a capire e ci raccontano che “l’Italia farà registrare una sostanziale immobilità, con un leggero incremento del Pil dello 0,1%: al Centro-Nord dovrebbe salire dello 0,3% mentre nel Mezzogiorno è previsto un calo dello 0,3%”.ÂÂ È emergenza Sud dove gli occupati negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019 sono calati di 107mila unità. Nel Centro-Nord, invece, nello stesso periodo, sono cresciuti di 48mila”. ÂÂ Il Mezzogiorno che non ha lavoro non è attrattivo nemmeno per i migranti: il saldo tra i cervelli in fuga e gli immigrati arrivati è negativo per circa 60mila unità.ÂÂ E ancora: “il tasso di dipendenza economica del Mezzogiorno ha toccato i 160 punti. Significa che chi lavora al Sud non è più in grado di mantenere chi non è in età da lavoro, gli under 15 e gli over 65”.
Per quel che riguarda la Campania, si registra una brusca frenata. “Nel giro di un anno la regione che aveva mostrato il più forte dinamismo tra quelle meridionali, chiudendo il 2017 con una crescita pari all’1,7%, si ritrova ferma appena dodici mesi dopo: con il Pil a zero nel 2018”.
“La situazione economica sociale meridionale è esplosiva – spiega il presidente della Svimez Adriano Giannola dalla pagine de IlMattino – Altro che regionalismo differenziato, altro che speranza delle Regioni ricche di diventare quasi contoterziste della Germania: la crisi – conclude – è strutturale e va affrontata. Il pessimismo non c’entra perché è la realtà dei numeri e degli aggiornamenti statistici a fare presa”.
Rosa ROMANO