{vimeo}358044356{/vimeo}
In riferimento alla questione legata alla gestione dei cani randagi, è intervenuta l’Associazione Qua la Zampa Effe, impegnata da anni in maniera volontaria e con il solo aiuto dei privati, sul territorio aiutando cani che vangano lungo le strade del Vallo di Diano. Una situazione che, però, vista le elevate proporzioni assunte non è facilmente gestibile da chi, come l’associazione Qua La Zampa, interviene in maniera volontaria e per puro senso civico. Il fenomeno del randagismo, come più volte denunciato, non soltanto dai membri dell’associazione montesanese ma da più parti, è di competenza in primis delle amministrazioni comunali.
Manifestando il suo disappunto per la recente ordinanza emessa dal comune di San Pietro anche al fine di ridurre il fenomeno del randagismo, Amanda Cozza, presidente dell’Associazione Qua la Zampa Effe è intervenuta ricordando come il fenomeno del randagismo non si combatte adottando ordinanze ma, attraverso apposite misure quali, campagne di iscrizione all’anagrafe canina di cani padronali e randagi iscritti, in tal caso, al sindaco del comune in cui vagano; campagne di sterilizzazione, informazione e sensibilizzazione e con appositi controlli sull’adeguata tenuta. Nella nota l’associazione chiede ai sindaci quali sono le azioni adottate in materia, ricordando come gli uffici dovrebbero rispondere in maniera tempestiva ad eventuali segnalazioni di presenza di cani randagi e mai ignorarle. Inoltre Amanda Cozza si sofferma anche sulla questione della detenzione. Condividendo la sentenza della Cassazione che impone al detentore di controllare e custodire l’animale, evitando possibili aggressioni a terzi, ricorda come somministrare cibo ai randagi non implica che se ne diventi detentori.
“Vietare l’alimentazione dei cani vaganti configura maltrattamento. Il TAR ha ritenuto del tutto lecita la somministrazione di cibo ai randagi “. Ricordando inoltre come l’ente comunale è chiamato a farsi carico degli animali vaganti mentre ai cittadini è fatto obbligo di prevenire cucciolate Amanda Cozza dichiara in conclusione: “Sarebbe un vero paradosso se un Sindaco ignoran una segnalazione e lasciasse un cane randagio in strada. I cittadini, a quel punto, fornissero sostentamento e cure al cane ingiustamente trascurato dall’Ente preposto alla sua tutela, con il sindaco che poi attribuirà a chi ha sopperito alle sue carenze istituzionali, la detenzione dell’animale.”
Anna Maria CAVA