Quadro a tinte scure nel Salernitano per l’annata olearia 2016/2017

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Dopo l’annata super del 2015, il 2016 dell’olivicoltura campana segna un –49%. Annata nera per la produzione di olio made in Italy in generale, con un calo del 37% rispetto allo scorso anno. A soffrire è soprattutto la produzione del Sud Italia, insieme a Sicilia e Puglia dunque la Campania, qui la produzione crolla scendendo a poco più di 19mila tonnellate. Una produzione deludente oltre che quantitativamente anche sotto il profilo qualitativo nel Salernitano dove la produzione di olive e olio extravergine è pari all’80% di quella dell’intera regione. L’olivicoltura qui infatti non è solo un attività economica ma è parte integrante della nostra cultura e l’elemento caratterizzante dell’intero territorio. Il periodo di magra è da attribuire a diversi fattori come un complesso di condizioni micro e macro climatiche sfavorevoli, il periodo estivo è stato infatti  caratterizzato da un alto tasso di umidità, abbondanti piogge e repentini abbassamenti termici, il che ha sfavorito la crescita del frutto e ha permesso l’esplosione di parassiti: la mosca dell’olivo ma anche la tignola che consumano la polpa dell’oliva, facendola cadere a terra precocemente, a ciò si è aggiunta l’antracnosi, meglio nota come la “lebbra delle olive”, che rinsecchisce il frutto, rendendolo inutilizzabile per la produzione dell’olio.  Non bisogna poi dimenticare l’alternanza produttiva, l’annata cosiddetta di scarica era stata messa nel conto come diretta conseguenza della abbondante produzione dell’anno precedente ma per una concomitanza di fattori la situazione è peggiorata rispetto alle previsioni. Così stando le cose nel 2016 nel salernitano il calo sarà perlomeno del 50% rispetto alla media degli ultimi anni e ai numeri da record del 2015, in altri termini dai 25mila quintali ottenuti lo scorso anno, si passerà ai 9mila di quest’anno, contro una media di 18mila quintali.

 

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