{vimeo}84033316{/vimeo}
La polemica avviata in seguito all’indizione di 2 convegni concomitanti nel Vallo di Diano con tematica diversa ma di eguale importanza per il territorio non si placa e, alle accuse giunte da parte di membri di #dianoinpiena diretti ai membri del Comitato Pro Tribunale, giunge ora la replica di Rosy Pepe membro del comitato che si batte a sostegno della riapertura del foro di giustizia del Vallo di Diano. I fatti risalgono alla scorsa settimana e hanno visto al centro del dibattito 2 convegni organizzati entrambi martedì 7 gennaio a Atena Lucana e a Sala Consilina in un orario quasi coincidente, il primo incentrato sul tema dell’ambiente ed il caso relativo al Processo Chernobyl organizzato dal gruppo dianoinpiena e il secondo con la trattazione relativa alla soppressione di servizi essenziali nel territorio, quale giustizia e sanità, e l’utilità della costituzione di un Comune Unico del Vallo di Diano, organizzato dal Comitato Pro-Tribunale. La scelta della data e dell’orario di quest’ultimo convegno ha provocato una serie di accuse verso chi è impegnato nella lotta per il tribunale anche con frasi ingiuriose. Rosy Pepe, membro del comitato Pro-Tribunale risponde a chi ha lanciato le offese spiegando che il ritardo è stato dovuto soprattutto all’incredulità di fronte alle accuse ricevute e alla necessità di difendere la dignità di chi si batte contestualmente per cause anche di rilevanza per il territorio. Sotto la lente d’ingrandimento in particolare le frasi dei membri di dianoinpiena secondo cui gli organizzatori del convegno su servizi essenziali venivano additati come “gli artefici del disastro che è sotto gli occhi di tutti” così come l’accusa di “pretendere di fare convegni per trovare una via d’uscita”. Rosy Pepe e i membri del comitato Pro-Tribunale non ci stanno e rispediscono al mittente le accuse sottolineando che il problema relativo all’ambiente dagli stessi non è stato mai sottovalutato e ancor più mai dimenticato. “Non siamo sporchi di queste accuse, – dichiara Rosy Pepe rivolgendosi ai membri di dianoinpiena – non siamo disposti ad essere linciati idealmente. La nostra gente si sente offesa ed indignata, perché non ci siamo mai messi in competizione con voi, e perché non meritiamo queste calunnie. Certo non siamo impegnati come #dianoinpiena sui temi della difesa del nostro habitat naturale, ma anche a noi preme la tutela del territorio in cui viviamo con i nostri cari. A me in particolar modo, perché miei congiunti hanno subito le conseguenze di tali devastazioni ambientali. Aver organizzato un convegno concomitante con il vostro non può offrire a qualcuno di voi lo spunto per metterci alla gogna pubblica. E a chi di #dianoinpiena ci aveva chiesto momentaneamente scusa, – continua – pur continuando a sollevare dubbi sull’operato del Comitato Pro Tribunale diciamo: noi saremo al vostro fianco nel difendere il Vallo di Diano dagli attacchi dei gruppi malavitosi che attentano alla salubrità del nostro comprensorio territoriale, purchè prendiate le distanze da coloro i quali ci hanno accusato. Se, invece, ritenete tutti che abbiamo delle responsabilità in merito a quanto evidenziato dall’inchiesta Chernobyl ed altro ancora, abbiate non solo il buon senso ma anche la decenza di imputarcele, facendo nomi e cognomi dei colpevoli. Di come abbiate diviso una comunità in buoni e cattivi, – conclude Rosy Pepe – risponderete alla vostra coscienza, perché ciò che ci è stato riversato addosso non si scrolla facilmente, neppure per chi ha ideato questa operazione diffamatoria”