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Si parla quotidianamente di crisi economica e lavorativa ma, a ben vedere i dati, non si direbbe, o, almeno, non sarebbe sempre così.
I ristoranti nella provincia di Salerno, ad esempio, sono in continua crescita. Una constatazione avallata da numeri importanti, offerti da Union-camere qualche giorno fa. Solo negli ultimi otto anni sono nate ben 847 imprese del food, al netto delle distinzioni tra pizzerie, fast food, rosticcerie, paninoteche e quant’altro. Una crescita esponenziale del 38,1%, che colloca Salerno, per tasso di crescita, al 15° posto tra tutte le provincie italiane.
E va aggiunto che su 2.869 imprese di questo tipo il 24,1% è a conduzione femminile, il 16,2% è a guida giovanile e il 3,9% è in capo a stranieri. Tre categorie imprenditoriali che hanno non poche difficoltà ad entrare nel circuito del lavoro. Sembrerebbe un paradosso ma è così.
Ma non solo. Diversi sono i motivi che possono contribuire a “spiegare” il fenomeno. Un fattore importante, sicuramente, consiste nelle poche barriere all’ingresso del settore, una rarità di questi tempi. Poi, considerazione non da poco, con il food è possibile investire su sè stessi investendo capitali mediamente contenuti o usufruendo, in alcuni casi, di finanziamenti agevolati.
Premesso che una dinamica imprenditoriale positiva non è di per sé sinonimo di crescita produttiva di un territorio, il segnale che arriva da questi numeri è che si è ben delineata una schiera di auto-imprenditori fortemente motivati ad uscire dall’attesa infinita di un posto di lavoro. In poche parole mettersi in gioco, magari attingendo anche alle competenze qualificate acquisite, cercando di emergere in una attività che, se ben svolta, garantisce una certa stabilità economica.
Federico D’ALESSIO
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