Sono 5450 Prodotti agroalimentari tradizionali censiti in Italia, tesori Made in Italy che oggi messi sono a rischio dall’esplosione dei costi di produzione legata alla crisi energetica. È quanto emerge dal nuovo censimento 2022 presentato dalla Coldiretti delle specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.
Tra le regioni italiane – spiegano da Coldiretti – la Campania è al primo posto con ben 580 specialità, è la regione con il maggior numero di prodotti registrati. Ricca e curiosa la lunghissima lista delle specialità tradizionali in Campania dove il Vallo di Diano, negli anni, ha visto ottenere importanti riconoscimenti legati alla tradizione agricola e culinaria del territorio. Insieme al Tanagro e al Cilento si conferma terra generosa di prodotti agro-alimentari d’eccellenza. Ci sono la salsiccia e la soppressata del Vallo di Diano; i panzarieddi di Casalbuono; le patan’e cicc di Monte San Giacomo; il pasticcio caggianese; la zeppola padulese… ma solo per citarne alcuni
Una mappa dei sapori, della tradizione e della cultura della tavola Made in Italy. Non è infatti un caso che nei piccoli borghi – sottolinea la Coldiretti – nasca il 92% delle produzioni tipiche nazionali. Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio – affermano da Coldiretti – c’è la necessità di difendere questo patrimonio del Made in Italy dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione e all’appiattimento verso il basso perché il buon cibo insieme al turismo e alla cultura rappresentano le leve strategiche determinanti per un modello produttivo unico che ha vinto puntando sui valori dell’identità, della biodiversità e del legame con i territori”.