Processo Chernobyl, due servizi del TG3 Nazionale sui risvolti nel Vallo di Diano

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Con due servizi andati in onda in due diverse edizioni del TG3 Nazionale, la RAI ha messo sotto i riflettori nel periodo natalizio il processo “Chernobyl” ed in particolare i riflessi dell’inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che coinvolgono il Vallo di Diano. Autore dei servizi il giornalista Fabrizio Feo, che sabato scorso era giunto nel Vallo di Diano per indagare sulla vicenda, intervistando nell’occasione alcuni membri del Codacons del Vallo di Diano e del coordinamento “dianoinpiena”. Già nel 1991, come cronista del Giornale di Napoli, Feo aveva puntato l’attenzione sulla vicenda di Mario Tamburrino, l’autista finito in ospedale per intossicazione da sostanze chimiche e deceduto qualche anno dopo. Una vicenda che era stata all’epoca portata alla ribalta anche dal giornalista Geppino D’Amico. Feo è dunque voluto tornare nel Vallo di Diano per riaccendere i riflettori sull’inchiesta denominata “Chernobyl”, condotta dal magistrato Donato Ceglie, che ha portato all’arresto di 38 persone, responsabili di aver provocato «dolosamente un disastro ambientale a causa dello spandimento ed illegittimo smaltimento di rifiuti», come si legge nel dispositivo emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. In un anno e mezzo di attività monitorata, l’organizzazione smaltì circa 980mila tonnellate di monnezza tra il Casertano, la provincia di Salerno e la zona di Foggia. In particolare, nel Vallo di Diano finirono i rifiuti liquidi e i fanghi provenienti dalle navi attraccate al porto di Napoli. La monnezza, secondo le accuse, fu abbandonata senza alcun trattamento disinquinante, in alcuni campi dei Comuni di San Pietro al Tanagro (località Tempa Cardone), Teggiano (località Buco Vecchio), Sant’Arsenio (località Sanizzi), San Rufo (località Via Larga) e di altre località campane. Un giro di soldi impressionante: almeno cinquanta milioni di euro, oltre ai sette milioni e mezzo di evasione dell’ecotassa. Nel 2007, però, l’inchiesta bloccò l’affare e smantellò l’organizzazione. Da allora sono passati sei anni: della bonifica dei terreni interessati però al momento non c’è traccia, ed sul processo appena iniziato presso il Tribunale di Salerno Grava il rischio della prescrizione. La Comunità montana del Vallo di Diano ha fatto sapere che si costituirà parte civile alla prossima udienza del processo in corso a Salerno. Resta ancora da capire se anche i quattro Comuni direttamente coinvolti nella vicenda seguiranno l’esempio dell’ente montano. I due servizi di Fabrizio Feo sono andati in onda nel TG3 Nazionale delle 14,20 il 24 ed il 25 Dicembre.

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