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Dopo il Comune di San Pietro al Tanagro, anche quelli di Sant’Arsenio e di San Rufo ufficializzano la loro decisione di costituirsi parte civile nel processo Chernoby, in corso di svolgimento presso la Corte di Assise e di Appello a Salerno, e che vede imputate 39 persone per vari reati, tra i quali disastro ambientale e associazione a delinquere. Il Sindaco di Sant’Arsenio, Nicola Pica, precisa che “la vicenda è stata oggetto di attento interesse da parte dell’amministrazione da Lui guidata, fin dal 2008, quando nel mese di febbraio, con una delibera di giunta venne conferito incarico legale all’Avv. Nicola Senatore, il quale tutt’ora, cura gli interessi del Comune di Sant’Arsenio nel corso del processo”. Il primo cittadino santarsenese tiene però a sottolineare che “le analisi effettuate dall’Arpac, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania, hanno classificato i rifiuti rinvenuti sui terreni del comune di Sant’Arsenio, coinvolti nel Processo Chernobyl, come “Rifiuti Speciali NON PERICOLOSI”. Una precisazione, quella del sindaco Pica, che vuole rassicurare i cittadini di Sant’Arsenio, molto preoccupati per quelle che il sindaco di Sant’Arsenio definisce “inesatte informazioni circolate dell’ultimo periodo” in merito ai rifiuti sversati su alcuni terreni comunali. Anche la giunta del Comune di San Rufo ha già deliberato per la costituzione parte civile nel processo Chernobyl. Lo conferma il sindaco Gianna Pina Benevenga, annunciando che l’ente comunale sta verificando in queste ore la possibilità di essere rappresentato dall’avvocato Nicola Senatore, lo stesso che ha già ricevuto incarico dai Comuni di San Pietro al Tanagro e Sant’Arsenio. Per quanto riguarda il Comune di Teggiano, invece, l’assessore Daniele Manzolillo sottolinea che dai documenti agli atti del comune i terreni sottoposti a sequestro nell’ambito dell’inchiesta Chernobyl non rientrano nella competenza del comune, e che invece fanno parte di isole di competenza del Comune di Sant’Arsenio. “La confusione –sottolinea Manzolillo- deriva dal fatto che via Buco Vecchio è una strada situata ai confini tra i due comuni, ma il terreno sul quale sarebbero stati sversati rifiuti tossici appartiene ad un’isola assegnata al comune di Sant’Arsenio, come confermato da un’ordinanza sindacale dello stesso Comune santarsenese del 28 Novembre 2007 e da un verbale dei tecnici dell’ARPAC”. Dunque –sempre secondo Manzolillo- la posizione del comune di Teggiano va equiparata a quella degli altri comuni valdianesi non coinvolti direttamente dagli sversamenti, e in questo senso il comune guidato dal sindaco Michele Di Candia si dice perfettamente in linea con la posizione espressa dalla Comunità Montana Vallo di Diano, che a sua volta -tramite il presidente Raffaele Accetta– ha ufficializzato la sua costituzione come parte civile, con delibera n° 137 del 24/12/2013. “La delibera è stata resa pubblica solo oggi -spiega Accetta- per dare la possibilità ai singoli comuni coinvolti dagli sversamenti accertati dall’inchiesta di procedere con le loro delibere, come poi è avvenuto, grazie anche alla nostra iniziativa”. Di questo ed altro si parlerà nell’incontro pubblico organizzato dal gruppo “#dianoinpiena” per martedì 7 gennaio, con inizio alle ore 19:00 presso l’auditorium comunale di Atena Lucana Scalo. Tema dell’incontro, ovviamente, il processo Chernobyl, la cui prossima udienza è prevista il prossimo 30 gennaio. All’incontro, al quale sono stati invitati a partecipare gli amministratori di tutti i comuni del Vallo di Diano, prenderanno parte tra gli altri l’avv. Marchetti, del Codacons, e l’avv. Sticco, di Legambiente. Entrambe le associazioni si sono costituite parte civile al processo Chernobyl.