Presunto patto corruttivo per aggiudicarsi appalti pubblici a Capaccio Paestum e sfiduciare l’allora sindaco Franco Palumbo: nello scorso febbraio è arrivato il no all’applicazione delle misure cautelari per l’imprenditore di Roccadaspide, Roberto D’Angelo, e per gli allora consiglieri comunali dissidenti. Ora la Cassazione ha reso note anche le motivazioni.