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“Il referendum per andare in Basilicata non può attendere all’infinito”. E’ questo in sintesi il messaggio lanciato ieri a Polla dall’associazione Petelia “La città del Sole” nell’incontro pubblico svoltosi presso la biblioteca comunale. Se è vero che da diversi anni il comitato promotore del progetto Grande Lucania sta portando avanti una iniziativa referendaria per l’aggregazione dei territori del Vallo di Diano e del Cilento alla regione Basilicata, seguendo l’iter legislativo previsto dall’articolo 132 della Costituzione Italiana, è anche vero che la procedura risulta molto complessa e farraginosa. I Comuni interessati devono formulare una delibera comunale nella quale è indicato il quesito: “Vuoi tu passare dalla Regione Campania alla Regione Basilicata?”. In tale delibera deve essere designato un Procuratore presso il Ministero degli Interni (sempre lo stesso per tutti i comuni). Quando un considerevole numero di Comuni avrà deliberato, il Procuratore, indicato nelle delibere, potrà consegnare ufficialmente le stesse al Ministro degli Interni, il quale potrà convocare i referendum e, in caso di risposta positiva, passare alla emanazione di una legge ordinaria: il che vuol dire un passaggio parlamentare con maggioranza relativa. Insomma come si diceva una procedura molto complessa, che invece diventa molto più semplice e praticabile –è stato spiegato ieri a Polla- per quei comuni direttamente confinanti con la Basilicata, come salvitelle, caggiano, Polla, Atena Lucana, Sala Consilina, Padula, Montesano sulla Marcellana e Casalbuono. L’incontro ha visto prima la relazione del giornalista Giuseppe D’Amico, poi l’intervento del vice – presidente dell’Associazione Petelia Tonino Capozzi. A concludere un dibattito tra le persone presenti su un tema che, anche alla luce dell’evidente momento di crisi in particolare delle aree interne a sud della Campania sempre più soffocate dal napolicentrismo, resta di strettissima attualità.