PNCVDA, al via il nuovo progetto sullo studio dei roditori di montagna “R.A.MO.CA”. Sabato 28 la presentazione

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Al via un nuovo progetto predisposto dal Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano e Alburni guidato dal Presidente Giuseppe Coccorullo, che prevede uno studio dei roditori presenti nella Zona Speciale di Conservazione della Montagna di Casalbuono. R.A.MO.CA. – Roditori Arboricoli Montagne di Casalbuono è il nome del progetto finanziato dall’Unione Europea tramite un bando a cascata del National Biodiversity Future Center (NBFC) e, come suggerisce il nome, ha come focus principale dello studio i roditori arboricoli della Zona “Montagne di Casalbuono”, situata all’estremo sud del Parco Nazionale. Il progetto, ideato dall’Ente Parco in collaborazione con la società di consulenza ambientale Kayla Nature, interessa specie quali: Ghiro, Moscardino, Topo quercino, Driomio bruzio, Scoiattolo meridionale, Scoiattolo variabile. Il progetto punta ad uno studio dedicato prevalentemente alla presenza ed alla diffusione delle specie di roditori individuati alcuni dei quali ne è già stata certificata la presenza nell’area protetta del parco mentre, per altre specie, lo studio consentirà di capire se la presenza è effettiva nel territorio oppure se l’ipotesi non può essere confermata. Il progetto sarà presentato e illustrato nel dettaglio nel corso di un workshop che l’ente Parco ha organizzato per sabato prossimo 28 giugno e che si terrà presso la sala Giuseppe Tarallo di Palazzo Mainenti a Vallo della Lucania, sede dell’ente. L’incontro prenderà il via alle ore 11,00 e si aprirà con i saluti istituzionali del presidente Giuseppe Coccorullo e del direttore del Parco Romano Gregorio. A seguire saranno illustrati i dettagli del progetto e di come sarà articolato grazie alla presenza di esperti che spiegheranno nel dettaglio i metodi che saranno utilizzati per lo studio delle specie, ed anche il loro ruolo per ciò che riguarda il mantenimento della biodiversità, illustrando anche quali possono essere i rischi in caso di presenza di specie ritenute invasive. Sarà inoltre anche spiegato come saranno letti i dati raccolti nel corso dello studio ed anche in che modo, le comunità locali, saranno chiamate a contribuire al lavoro scientifico che l’ente Parco si appresta ad avviare.

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