Peste suina africana, la Comunità Montana Alburni ha siglato un protocollo con l’Asl Sa

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Si continua a stare vigili per la peste suina africana. È un’ulteriore preoccupazione legata alla presenza dei cinghiali sul territorio e riguarda l’ambito sanitario: la malattia, trasmessa proprio dalla fauna selvatica, si può diffondere negli allevamenti suinicoli. È in alcune aree del centro-nord Italia che sono stati riscontrati casi ma si teme che la situazione possa interessare anche altri regioni come la nostra considerando l’elevato numero di cinghiali che popolano i nostri boschi.

L’Asl Salerno e la Comunità Montana “Alburni” hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la gestione di eventuali casi. E riguarda l’attività di raccolta, trasporto ed escavazione e per l’infossamento di carcasse animali in caso di malattia. L’Ente montano si renderà disponibile personale addestrato e mezzi per gli interventi con le modalità di volta in volta definite dall’UCL – Unità di crisi locale dell’Asl.

L’intesa si è resa necessaria perché il territorio della Comunità Montana Alburni presenta un’orografia particolarmente disagiata in alcune zone quindi l’Ente ha ritenuto utile collaborare con l’Asl e i suoi servizi veterinari per evitare, qualora presente, la diffusione della malattia infettiva in modo da tutelare le già precarie condizioni degli allevamenti di suini presenti sul territorio.

La malattia non è trasmissibile agli esseri umani, si diffonde però facilmente e una eventuale epidemia comporterebbe – come si legge sul sito del ministero della sanità – pesanti ripercussioni sul patrimonio zootecnico suino, con danni sia per la salute animale che economici per il comparto produttivo suinicolo.

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