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Nuovi tesori emergono dal parco archeologico di Paestum che ha lanciato una raccolta fondi per salvare il tempio dorico del V sec. A.C. di cui sono stati recuperati elementi lungo le mura occidentali di Paestum nel giugno scorso. Elementi che rischiano di rimanere decontestualizzati se non si interviene con un’indagine archeologica di ampio respiro. I frammenti attribuibili a un edificio dorico finora sconosciuto a giugno scorso sono stati recuperati durante le operazioni di pulizia e manutenzione lungo la cinta muraria dove pare fossero stati accumulati nel corso di lavori agricoli in un campo vicino. Attualmente sono esposti nel Museo Archeologico di Paestum dove vengono restaurati “in vetrina”, ovvero sotto gli occhi del pubblico.
Indagare archeologicamente l’area del ritrovamento, in parte di proprietà privata, comporterebbe un costo di 190mila Euro circa sulla base di una stima dei funzionari del Parco. Nel frattempo, i resti del tempio che ancora si potrebbero trovare nel sottosuolo rischiano di essere ulteriormente danneggiati dai lavori agricoli. Pertanto, il Parco Archeologico di Paestum ha avviato un progetto in collaborazione con la Soprintendenza di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule, per indagare e tutelare l’ipotetico tempio presso le mura, lanciando una raccolta fondi sul portale Artbonus per Il quarto tempio di Poseidonia.
“La speranza, – racconta il direttore Zuchtriegel, – è quella di trovare i fondi necessari per portare alla luce ulteriori evidenze di quello che è stato definito un gioiello dell’architettura dorica del primo periodo classico di Paestum. Un piccolo tempio che potrebbe aver fatto parte di un santuario dedicato a una divinità femminile, forse Hera, dal momento che nelle vicinanze, negli anni ’50, fu scavata una stipe con terrecotte e ceramiche di fine VI sec./prima metà V sec. a.C. Per avere maggiori elementi, gli archeologi sperano nella realizzazione del progetto d’indagine varato da Parco e Soprintendenza. Ogni contributo, piccolo e grande, ci aiuta”, ha sottolineato il direttore.
Antonella D’ALTO