Una collaborazione tra Enti e Istituzioni ha consentito di portare alla luce una importante pagina di storia del Vallo di Diano. Questa mattina, 5 febbraio, presso la Certosa di San Lorenzo a Padula grazie alla presenza della Responsabile della Sopraintendenza dei Beni Archeologici, Belle Arti e Paesaggio di Salerno Avellino Raffaella Bonaudo, sono stati illustrati nel dettaglio i lavori di scavo e di recupero dei reperti rinvenuti in una necropoli la cui scoperta è avvenuta circa un anno fa nel corso di lavori per la realizzazione di un edificio di proprietà privata che, nel corso degli scavi, non avevano denunciato alle autorità competenti il rinvenimento dei reperti storici e, pertanto, 4 persone risultano ora indagate per concorso in danneggiamento e distruzione di reperti archeologici.
Come spiegato dalla Dott.ssa Bonaudo, l’area su cui è stata rinvenuta la necropoli risalente al V – IV Sec. a.C. non era sottoposta a vincolo e, pertanto, per la realizzazione delle opere non era necessario l’autorizzazione dalla Sopraintendenza. Il rinvenimento dei reperti andava però immediatamente denunciato e così non è stato. Nel corso della conferenza stampa di questa mattina che ha visto anche la presenza del neo responsabile della Certosa Francesco Fenoli, del Procuratore Capo della Repubblica presso il tribunale di Lagonegro Dott. Gianfranco Donadio, il Magg. Massimo Esposito Comandante del Nucleo TPC Napoli, fortunatamente, come spiegato dalla Dott.ssa Bonaudo, è stato comunque possibile recuperare numerosi reperti che raccontano molto della vita delle persone sepolte all’interno della necropoli che, come spiegato appartenevano sia a famiglie umili che personaggi di nobile origine. L’intervento della Dott.ssa Bonaudo ha inoltre consentito ai presenti anche di capire molto delle tradizioni funebri del tempo spiegando come, dai rinvenimenti delle necropoli, è stato possibile scoprire sia il materiale conservato insieme ai defunti e il genere di sepoltura utilizzata.
Come annunciato nel corso della conferenza stampa, gli scavi proseguiranno e, dalla Sopraintendenza. vi è l’impegno a far si che, i reperti recuperati, possano essere conservati sul territorio comunale di Padula, individuando spazi idonei a conservarli
Presente all’incontro anche il Magg. Massimo Esposito, Comandante del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli che, nel suo intervento, ha sottolineato l’importante lavoro di coordinazione svolto dall’arma e dalla Procura di Lagonegro per mettere al riparo l’area di particolare pregio archeologico. Il Magg. Esposito ha spiegato in cosa è consistito il lavoro dell’Arma dei Carabinieri per mettere al sicuro dei reperti di particolare valore economico che, al momento è stimato intorno a 1 milione di euro, ma che, dal punto di vista storico e culturale, possono essere considerati sicuramente di valore inestimabile.