Enzo Casale non è implicato nella vicenda che ha portato agli arresti per ‘ndrangheta di altri due imprenditori valdianesi nel 2016 nell’ambito dell’inchiesta denomnata Frontiera e partita dalla Procura di Catanzaro. La Corte di Cassazione ha messo la parola fine sull’incubo vissuto dall’imprenditore salese che si è ritrovato in carcere a causa del suo rapporto con uno degli altri indagati.
Il suo avvocato, Loreto Zozzaro, è riuscito a dimostrare come il 40enne salese, si trovava insieme ad uno degli arrestati per vicende del tutto casuali e legate ad attività lavorativa assolutamente lecita. Giustizia è fatta anche se, per il 40enne, sono stati 6 anni da incubo che lo hanno sottratto per 4 anni e mezzo alla sua famiglia per la reclusione, da innocente, nelle carceri di Potenza e Paola e un ulteriore anno allontanato dalla vita per il prosieguo della pena agli arresti domiciliari. 6 anni di battaglie che lo avevano visto condannato nei due gradi di giudizio ad una pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione in quanto ritenuto appartenente ad un’organizzazione criminale.
Accusa che i giudici della Corte di Cassazione hanno invece ritenuto infondata, assolvendo il 40enne che ora può tornare ad una vita normale anche se, questi difficili anni di battaglia legale e di carcere da innocente, lo hanno profondamente segnato. Enzo Casale era stato arrestato nel 2016 nell’ambito dell’operazione Frontiera che aveva portato all’arresto nel complesso di 51 persone.
Un’inchiesta partita anche sulla scia delle indagini condotte sull’omicidio di Angelo Vassallo. Una serie di capi di accusa per gli indagati, che avevano raggiunto anche l’uomo di Sala Consilina e per i quali era stato condannato i primo e secondo grado, in quanto ritenuto tra i partecipanti ad un’attività di spaccio ed altre attività illecite portate avanti dai Gallo tratti in arresto nell’ambito della stessa inchiesta. Ora arriva la parola fine ad una triste vicenda con l’avvocato Zozzaro che annuncia l’intenzione di procedere per l’ingiusta detenzione.