Dichiarate concluse le indagini per la morte del sindaco pescatore di Pollica Angelo Vassallo, ucciso nel settembre del 2010 con 9 colpi di pistola. La Procura di Salerno, infatti, nella giornata di ieri, ha dichiarato chiuso il secondo filone di indagini sul traffico di droga nel Cilento che sarebbe stato anche il movente per il delitto del sindaco di Pollica che, secondo quanto emerge, pare fosse pronto a denunciare il traffico che stava coinvolgendo anche il comune cilentano guidato da Vassallo. Le indagini hanno portato all’arresto anche di un colonnello dei carabinieri oltre che di in ex carabiniere. Sono 8 in totale gli avvisi di conclusione indagini che sono stati notificati nella giornata di ieri.
Oltre al colonnello Fabio Cagnasco, attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, e all’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, l’avviso è stato consegnato anche a Romolo Ridosso e Giuseppe Cipriano tutti accusati di aver pianificato ed eseguito l’omicidio di Angelo Vassallo quando ricopriva la carica di Sindaco a Pollica. Inoltre le indagini pare vedano coinvolti anche altri 4 soggetti raggiunti dall’avviso di conclusione indagini che sono: Domenico Palladino i fratelli Giovanni e Federico Palladino, e Giovanni Cafiero,che, secondo l’ipotesi di reato, sarebbero legati a un’associazione camorristica dedita al traffico di stupefacenti con base a Scafati. La conclusione delle indagini ha portato il fratello del sindaco ucciso Dario Vassallo che, con la Fondazione intitolata al Sindaco Pescatore, da anni lotta alla ricerca della verità sulla morte del fratello, a commentare la decisione dei giudici ed il coinvolgimento anche di imprenditori nella vicenda.
“Dopo oltre quattordici anni di lotte, – commenta Dario Vassallo – finalmente una verità inizia ad emergere. Una verità che per troppo tempo è stata nascosta e che qualcuno ha cercato di insabbiare. L’omicidio di Angelo, avvenuto nel settembre 2010 ad Acciaroli, non è stato solo un crimine contro un uomo, ma contro la giustizia, contro la legalità che lui stesso difendeva. Il suo coraggio nel voler denunciare il traffico di cocaina lungo la costa cilentana gli è costato la vita. Le indagini hanno subito ostacoli, depistaggi e silenzi,- continua il presidente della Fondazione – ma oggi, grazie al lavoro della magistratura, la luce della verità sta squarciando il buio dell’omertà. Chiediamo con forza al Partito Democratico, il partito di Angelo, di prendere una posizione chiara e di agire con determinazione nel Cilento. È necessario fare luce sulle responsabilità politiche di chi, per anni, ha scelto di non vedere, di non parlare e di non cercare la verità. Non possiamo permettere- dichiara in conclusione Dario Vassallo – che il sacrificio di Angelo venga tradito dall’indifferenza o dalla paura. La strada verso la giustizia è ancora lunga, ma questo è un passo fondamentale, non solo per Angelo, ma per l’intero Paese”.