Omicidio Vassallo, il 6 settembre 2010 era atteso per la denuncia. Al Colonnello Cagnazzo il compito di depistare le indagini

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Angelo Vassallo temeva per la sua vita e, per questa ragione, negli ultimi giorni aveva assunto abitudini nella speranza di poter evitare il tragico epilogo. Rientro a casa prima della mezzanotte, utilizzo sempre di percorsi diversi per non dare dunque mai certezza del suo passaggio e, soprattutto nessuna sosta lungo il tragitto, neanche per salutare amici e conoscenti. Il giorno successivo lo attendevano presso la Stazione Carabinieri di Agropoli per effettuare una denuncia. Sono questi gli elementi emersi anche dalle 410 pagine di memoria che hanno poi portato all’arresto di 4 persone, tra cui un colonnello dei carabinieri ed un ex brigadiere, avvenuto nella giornata di ieri 7 novembre, segnando dunque una svolta importante nell’omicidio del Sindaco Pescatore che attendeva ancora giustizia, ormai da 14 anni, 2 mesi e due giorni dunque dal 5 settembre del 2010 quando Angelo Vassallo, di ritorno alla sua abitazione fu ucciso con 9 colpi di pistola.

Il movente un traffico di droga in arrivo al porto di Acciaroli e che stava ad indicare l’interesse della malavita organizzata per l’intero territorio cilentano. Angelo Vassallo era deciso a bloccare il traffico e consapevole della pericolosa scoperta aveva iniziato a temere per la sua vita, confidandosi con un amico. Da quanto emerso, pare che il Sindaco pescatore, appena venuto a conoscenza dei possibili atti illeciti a danno del territorio, ne avrebbe parlato con il Procuratore capo presso il Tribunale di Vallo della Lucania di allora assicurando al sua volontà a presentare formale denuncia sui fatti. Denuncia che doveva essere formalizzata il giorno 6 settembre ma, il Sindaco, non ha fatto in tempo e i suoi sicari lo hanno messo a tacere proprio la sera del giorno precedente.

A pianificare e organizzare il delitto sarebbero stati Romolo Ridosso, Giuseppe Cipriani e il brigadiere Lazzaro Cioffi . In particolare questi ultimi, secondo un testimone, dopo l’omicidio si sarebbero recati direttamente a casa di Romolo Ridosso, in provincia di Napoli epr annunciare la morte di Angelo Vassallo. Al colonnello Fabio Cagnazzo, che si trovava in vacanza in Cilento nei giorni dell’omicidio, era stato assegnato il compito di depistare le indagini. Un lavoro che aveva fatto cercando anche di far ricadere la colpa su Bruno Damiano, detto o brasiliano e Roberto Vassallo. Due nomi che erano stati tirati in ballo proprio dal Colonnello. Il primo, Bruno Damiani, di Perdifumo, era stato avvistato in zona nei giorni del delitto. Roberto Vassallo, albergatore, era invece stato possibile assassino di Angelo Vassallo, in quanto secondo il carabiniere, nutriva un forte rancore nei confronti del Sindaco di Pollica.

Una serie di depistaggi che hanno portato ad allungare i tempi per giungere alla verità e all’arresto dei veri responsabili dell’omicidio del Sindaco Pescatore che attendeva ancora giustizia, ormai da anni

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