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Tutto il Vallo di Diano resta profondamente scosso per l’omicidio brutale di Antonio Alexander Pascuzzo ucciso da un suo coetaneo con sette coltellate, e tutto il territorio oggi si chiede cosa sta accadendo che toglie dai piccoli comuni quel senso di serenità e tranquillità che li faceva sentire lontani da terribili fatti di cronaca raccontati dai tg nazionali. I protagonisti del dramma sono due giovani 18enni di un piccolo paesino come Buonabitacolo che conta circa 2mila 500 abitanti e che si chiede quali sono i sentimenti che spingono i giovani verso tanta violenza. L’ultimo caso risveglia le coscienze. Gli uomini del Capitano Davide Acquaviva, da mesi hanno intensificato i controlli antidroga sul territorio e anche a Buonabitacolo si sono registrati casi di fermi e segnalazioni per uso e spaccio di droga. Anche Antonio Pascuzzo, lo scorso 30 novembre era stato arrestato dai carabinieri perché in possesso di 30 grammi di hashish e bilancino di precisione. Dalla Compagnia carabinieri diretta dal Capitano Acquaviva, come spiegato in una recente intervista dal l Procuratore di Lagonegro Dott. Vittorio Russo, i controlli sul territorio per reprime i reati legati all’uso e allo spaccio di sostanza stupefacente sono intensi e serrati ma, evidentemente, ciò non basta. Quanto accaduto impegna su una seria riflessione richiamando tutti alla responsabilità. Tanti i messaggi sui social e tutti che invitano a riflettere. Lo fa Elia Rinaldi, ex sindaco di Buonabitacolo che invita ad un’attenta analisi per poi agire nella maniera opportuna. “Per fare tutto questo – scrive – occorre scavare nel profondo e mettersi in discussione anche individualmente”. Anche il sindaco Giancarlo Guercio analizzando la vicenda sottolinea come “Va intrapresa un’azione seria, senza demagogia o scusanti. Ognuno deve fare la sua parte, io per primo”. Raffaele Accetta, presidente della Comunità Montana Vallo di Diano scrive. “Il valore della vita ridotto a nulla. Per il nostro territorio si tratta di un episodio che deve far riflettere. È un segnale che non può e non deve essere trascurato”. Sul fatto è intervenuto anche Rosabella De Angelis giovane ragazza impegnata con l’associazione I Love Vallo di Diano che scrive: “L’omicidio ha suscitato molte domande, molte riflessioni e molte perplessità. Ma se da sfondo generale c’è una società disturbata, intenta, a volte, più a guardare profili che visi, forse, non c’è tanto da meravigliarsi che dal tribolato sortiscano tribolazioni, anche quando ad essere colpita è una piccola comunità. Anzi, questo sottolinea che, non importa se viviamo in una metropoli, in una città o in un piccolo paese di provincia, siamo tutti accomunati dalla stessa sorte se non si attua un cambio rotta collettivo e globale. Ad ogni modo, – conclude – voglio credere che il Vallo di Diano sia ancora un “Buon-abitacolo” per chi ci vive da sempre e per chi ci vivrà in futuro”.
Anna Maria Cava