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Non è un quadro confortante quello che viene presentato dal quotidiano Il Mattino analizzando i dati emersi dall’ultimo rapporto BEF dell’Istat per valutare lo stato di benessere sociale. I giovani restano ancora una volta i principali protagonisti dell’analisi per ciò che concerne il livello di occupazione. Sempre più alta la sfiducia nel futuro per i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni che ritengono sempre più improbabile la possibilità di trovare occupazione nel territorio e pare non siano neanche interessati a cercarlo. I dati parlano di un tasso di occupazione giovanile del 22,5% nella provincia di Salerno in netta controtendenza rispetto al resto d’Italia. Pare inoltre che i giovani non siano neanche interessati ad acquisire le competenze idonee a renderli maggiormente competitivi sul mercato del lavoro. Il rapporto dell’ISTAT, infatti, ha valutato anche la preparazione dei ragazzi salernitani in riferimento alle competenze digitali. Ancora una volta la Campania e la provincia di Salerno fanno registrare dati deludenti dovuti forse alla scarsa fiducia dei giovani nella formazione come anche ad una limitata propensione ad formare i giovani in maniera adeguata e competente. Sono poi i dati relativi all’inattività dei giovani che preoccupano maggiormente. Rispetto al 2016, infatti, lo scorso anno il tasso di giovani inattivi di età compresa tra i 15 e i 29 anni, noti come neet cioè che non studiano né lavorano e neanche cercano un lavoro, è aumentato di oltre 3 punti percentuali, passando dal precedente 62,2% del 2016 al 65,6% del 2017. Insomma servono risposte urgenti per i ragazzi che, in molti casi si vedono costretti a lasciare la provincia di Salerno ritenuta priva di prospettive per il futuro. Dal quotidiano Il Mattino arrivano i suggerimenti della CGIL che ritiene indispensabile puntare su nuovi e più fruttuosi investimenti nella formazione dei ragazzi. Una possibile soluzione potrebbe anche arrivare da progetti di apprendistato scolastico e universitario in maniera da migliorare e favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavori sin dalla scuola.
Anna Maria CAVA